Diciannove chili di bistecche nascosti in parte nello spogliatoio e in parte nel bagagliaio della sua auto: è il “bottino” che è costato la condanna a due mesi di carcere per un macellaio di Magenta, L.P., 48 anni, che lavorava al banco della carne di un supermercato di Lodi. Per questo episodio era stato immediatamente licenziato.
La denuncia risale all’8 dicembre di due anni fa: l’uomo, che aveva alle spalle un vecchio precedente penale, era socio lavoratore di una cooperativa che lo aveva assegnato al banco macelleria di Lodi. I responsabili del punto vendita però avevano cominciato a sospettare degli ammanchi nel reparto e così erano scattati dei controlli. Il giorno dell’Immacolata, dopo aver notato alcuni movimenti sospetti i superiori del macellaio avevano avvertito le forze dell’ordine ed erano stati perquisiti sia l’armadietto del lavoratore sia la sua auto. Così erano stati trovati 19,8 chili di carne ed era scattata la querela per furto aggravato dal rapporto di prestazione d’opera.
L’accusa è stata poi derubricata in tentato furto e il difensore Cristiano Schiavi ha ottenuto il riconoscimento delle attenuanti generiche, prevalenti sull’aggravante, e la sospensione condizionale della pena.
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