«Su Giovanni Sali naturalmente stiamo ancora lavorando, con indagini in tutte le direzioni, potrei dire non a 360 ma a 370 gradi, e non riteniamo si possa essere ucciso»: a margine dell’incontro con la stampa per la presentazione del sito web della procura della Repubblica di Lodi, Armando Spataro ha ribadito il massimo impegno per la ricerca della verità e dei responsabili per la morte violenta del carabiniere di quartiere trovato senza vita il 3 novembre in via del Tempio, prendendo però le distanze dall’inseguirsi di ipotesi e congetture che, di fronte a un fatto così grave, in tanti hanno fatto. C’è chi perfino gli aveva chiesto se ci potessero essere legami con un’altra tragedia che più recentemente ha scosso l’Arma: per Spataro, sembra di capire, una congettura assurda. «Per risolvere le indagini serve anche fortuna. Ricordo i miei 40 giorni di lavoro febbrile per l’omicidio di Fausto e Iaio: un caso ancora irrisolto».
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