San Bernardo, i gioielli ora risplendono

Presentati il coro ligneo e il pulpito restaurati

Il pulpito del Settecento e il coro ligneo del Seicento. Sono queste le due opere che sono state presentate nella loro nuova (e allo stesso tempo antica) bellissima veste ai fedeli e agli appassionati di storia dell’arte e del territorio domenica pomeriggio, nel corso di un incontro al quale era presente, oltre al parroco don Peppino Bertoglio, anche il vescovo di Lodi sua eccellezza Giuseppe Merisi (che nel suo intervento di saluto ha sottolineato il reciproco vincolo tra arte, cultura e fede), il vicesindaco di Lodi Giuliana Cominetti e il presidente del consiglio comunale Gianpaolo Colizzi.

«Il coro ligneo è un’opera del Seicento - ha spiegato la storica dell’arte e guida della provincia Miriam Fusar Bassanini - . A sovrastarlo c’è l’effigie di Santa Maria della Clemenza, che risale al 1500 e in origine era esterna alla chiesa e si trovava in un’edicola sulla strada per Piacenza. A questo dipinto furono poi aggiunte, da un pittore anonimo, l’effige di San Carlo Borromeo e una stella, che fungesse da protezione e guida per i viandanti che percorrevano quella strada ricca di pericoli. Allo stesso periodo risalgono anche i due angeli di legno che si stagliano sulla parte superiore del coro, al fianco dell’effige della Vergine».

Di epoca molto successiva, gli anni ’60 dello scorso secolo, sono invece le tarsie lignee del coro. Quelle originali (a cui la storica dell’arte Monja Faraoni ha dedicato un’ampia relazione) opera del monaco cinquecentesco Fra Giovannino da Verona furono restaurate e spostate nel Duomo di Lodi circa 50 anni fa.

Arriva dal Settecento invece il pulpito (attribuito al pittore Enea Salmeggia) decorato da tre dipinti: i due laterali raffiguranti i due evangelisti San Luca e San Marco e il terzo, quello centrale, rappresentante un momento della predicazione di Gesù, verosimilmente il discorso della montagna.

Il restauro delle opere è stato fortemente voluto dai parrocchiani che ne hanno completamente sostenuto i costi (circa 30mila euro) e sarà seguito a primavera da un altro nuovo lavoro di rimessa a nuovo (che don Peppino ha annunciato senza svelare di cosa si tratterà «Sarà una sorpresa» si è limitato a dire).

A compiere il lavoro sono stati gli artigiani di Ripalta Cremasca guidati dal responsabile dell’opera Ivan Lusardi che ne hanno spiegato le tecniche e le difficoltà, all’insegna del Restaurare è conservare”.

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