SAN GIULIANO Incendi dolosi all’Immobiliare Luce, via al processo
Tre persone sono alla sbarra per i roghi e per una tentata estorsione
Si è aperto mercoledì, con rinvio a settembre per i primi testimoni, il processo ai due gelesi e al melegnanese che erano stati arrestati all’inizio di febbraio del 2020 dai carabinieri di San Donato con le accuse di tentata estorsione e di due incendi dolosi, in concorso, ai danni del Gruppo Immobiliare Luce di San Giuliano.
Il primo incendio di cui si era avuta notizia, ai danni del Gruppo Luce, risaliva al 14 marzo del 2019, quando qualcuno aveva cosparso di liquido infiammabile la porta degli uffici amministrativi di via Cechov e appiccato le fiamme, che per fortuna erano state fermate dalla porta blindata. Erano intervenute le forze dell’ordine e i titolari avevano subito fatto sapere «non abbiamo mai avuto problemi con nessuno». Questo primo episodio non è oggetto del capo d’imputazione del processo.
L’elenco delle accuse inizia invece il 2 aprile, sempre del 2019, quando un uomo, a volto scoperto, dopo aver atteso per due ore in strada davanti agli uffici avrebbe affrontato, all’uscita dal lavoro, l’imprenditore Giovanni Luce, intimandogli, in dialetto gelese: «Ma manna a Stidda, prepara 150mila euro entro quinnici iorn…. e tu sai a cu rivoggiti».
La seconda accusa è relativa alla notte del 27 maggio 2019, quando “almeno due persone” con bottiglie incendiarie si sono introdotte in un cantiere edile di San Giuliano in via Trieste, appartenente al gruppo immobiliare, incendiando due camion per movimento terra da 150mila euro l’uno. Appartenenti però non ai Luce, ma a un subappaltatore, l’unico che si è costituito parte civile, mentre gli imprenditori sangiulianesi compaiono solo come persone offese. L’altro incendio contestato è quello della notte del 4 giugno 2019, quando in un altro cantiere, in via Gogol, secondo l’accusa sempre “due persone” avevano incendiato il container adibito a ufficio vendite.
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