SAN GIULIANO Nelle scuole non ci sono spazi per accogliere i piccoli ucraini

Pratiche di ricongiungimento e norme anti-Covid rendono difficile l’assistenza umanitaria

«Sono preoccupata per gli inserimenti a scuola dei bambini ucraini in quanto, con le restrizioni imposte dallo Stato per il Covid, purtroppo le classi delle elementari e delle medie sono piene». L’assessore all’istruzione del Comune di San Giuliano, Maria Grazia Ravara, manifesta così i suoi timori, gli stessi che nel Sudmilano stanno peraltro accomunando anche altre amministrazioni.

Tenendo contro che la situazione è in continua evoluzione, per il momento il Comune di San Giuliano non ha ancora il quadro preciso dei bambini, che peraltro sono in crescita, i quali dopo essere fuggiti con le loro mamme dalla guerra, dovranno proseguire l’anno scolastico sul territorio. Il rebus riguarda in particolare i ricongiungimenti famigliari nella città che, con quasi 400 residenti, conta in assoluto la maggiore rappresentanza di ucraini, perlopiù donne, molte delle quali cercheranno di ospitare parenti e amiche con figli.

Il sindaco Marco Segala ha spiegato che, oltre ai 18 profughi ospitati a Zivido, in base a un conteggio di massima nell’ultima settimana sono state circa una trentina le persone che hanno fatto le pratiche per il ricongiungimento, ma non si ha ancora un bilancio di quanti siano i minori.

Ulteriori sviluppi dovrebbero emergere nei prossimi giorni dall’incontro che avranno i presidi con l’Ufficio scolastico regionale e con la prefettura, a cui seguirà anche un confronto con il Comune per fare il punto della situazione. «Il problema principale riguarda gli spazi a disposizione nelle scuole - osserva Ravara -, a meno che a fine marzo lo Stato non decida di allentare le regole per il Covid, in ogni caso come amministrazione faremo il possibile per dare risposta alle esigenze che si presenteranno».

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