SAN MARTINO Il complesso della Marmi Lodi torna all’asta a prezzo di saldo
Sul piatto un capannone, gli uffici, l’area scoperta e tre appartamenti
Torna all’asta il 15 aprile con un super-sconto l’immobile della società La Marmi Lodi di Ca’ de Bolli, fuori San Martino in Strada, storica azienda lodigiana specializzata nella lavorazione del marmo per il settore edilizio.
Due anni fa si era tenuta la prima asta con una prima offerta ricevibile di 1 milione 312mila euro, tra una settimana invece ci si potrà aggiudicare la proprietà con soli 553mila 500 euro. Il prezzo base tecnicamente è di 738mila euro, con la possibilità di ribassare però del 25 per cento l’offerta, e rilanci minimi di 2mila euro. La perizia fissava il valore dell’intero complesso in 1 milione 750mila euro.
L’asta giudiziaria (la vendita telematica avviene in modalità sincrona il 15 aprile alle 9.15, scadenza per le offerte il 14 aprile alle 23.59) deriva dal pignoramento dell’immobile posto a garanzia di un finanziamento per il rinnovo dei macchinari della società, che, pur ridimensionata dagli anni Settanta a oggi da 20 dipendenti a soli 7, continua a lavorare all’interno dei capannoni in affitto.
L’investimento sui nuovi macchinari era stato fatto nell’ottica di un ampliamento del giro d’affari, ma lo scoppio della bolla e la conseguente crisi finanziaria del 2008-2009, particolarmente dura per il settore edilizio, e residenziale in particolare, aveva invece portato a diminuire i volumi di produzione, fino alla situazione attuale, in cui La Marmi Lodi rimane ditta di riferimento, ma in un mercato diventato ormai di nicchia.
La vendita riguarda il capannone industriale, ben visibile dalla strada provinciale Cremonese, con annessi i locali ufficio ed esposizione, e i portici per complessivi 4mila 073 metri quadrati, più l’area scoperta di pertinenza per 13mila 400 metri quadrati.
Fanno parte del lotto poi i tre appartamenti che erano in origine alloggi per i custodi, per 286 metri quadrati circa, una grande tettoia a copertura di 1.340 metri quadrati, e ulteriori 10mila 060 metri quadrati di area scoperta. I tre alloggi, pur formalmente destinati a residenziale, non possono di fatto essere separati dalla vendita del capannone industriale. Lo smaltimento di tutti i beni mobili ancora all’interno del capannone è a carico del compratore. Le coperture sono in eternit, con un’ipotesi di smaltimento che in perizia è stimata valere 503mila euro circa, cifra già decurtata dalla perizia finale dell’immobile.
Allo stato attuale, nell’immobile opera ancora la società La Marmi Lodi in virtù di un contratto di locazione stipulato nel 2016, e in scadenza proprio a fine marzo 2022.
Negli alloggi invece nel 2015, nella fase calda dell’emergenza profughi, era stato aperto da una cooperativa un centro d’accoglienza nell’ambito dei bandi della prefettura di Lodi. Il centro fu però smantellato nel 2018, alla scadenza del contratto d’affitto, e da allora mai più riattivato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA