Sanità lodigiana, l’appello del Comitato: «I sindaci devono convocare l’Assemblea»
La protesta: «L’Asst continua a non volerci incontrare»
«Per la terza volta abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo per discutere dei problemi che la pandemia si è portata con sè. Per la terza volta non hanno risposto. Siamo pronti a diffidare l’Asst. E a protestare contro i sindaci se non si attivano. Faremo delle azioni di mobilitazione, di fronte ai municipi, a partire da quelli più grandi, laddove il silenzio è più assordante». I temi all’ordine del giorno del Coordinamento lodigiano per il diritto alla salute sono quelli della medicina ospedaliera e del territorio». «Il 30 gennaio - spiega Peppo Castelvecchio - per la terza volta, abbiamo inviato al direttore dell’Asst Salvatore Gioia la richiesta di un incontro. Non abbiamo mai ricevuto risposta. Noi abbiamo le credenziali per essere riconosciuti come coordinamento. Perché non ci considerano? Vogliamo diffidare l’Asst perché non ci risponde. Chiediamo l’apertura di un tavolo per tutte le questioni relative alla medicina ospedaliera e territoriale. Non c’è un interlocutore che possa rappresentare la gente». «Ad agosto - aggiunge Giovanni Bricchi - avevamo chiesto di interloquire con Ats e Asst per capire gli effetti della pandemia. I ritardi causati dalla prima ondata hanno radici che affondano prima del Covid. Abbiamo scritto una lettera ad Ats e Asst, una piattaforma rivendicativa. Chiediamo ad Ats e Asst di intervenire per ripristinare il livello di assistenza. I problemi sono: insostenibilità dei tempi d’attesa, riduzione dei posti letto, riduzione dell’attività chirurgica, solo in parte ripristinata alla situazione pre Covid, disorganizzazione degli ospedali, assenza della sanità sul territorio. Siamo d’accordo anche con il Comitato degli ospedali di Casale e Codogno. Diffidiamo Ats e Asst. Le voci del territorio vanno ascoltate». «Diamo ai sindaci 10 giorni di tempo - aggiunge Silvana Cesani - per dirci da che parte stanno, se con le parti sociali, o con Asst e Ats. I sindaci sono i responsabili della salute. Hanno in mano molti strumenti per giocare il loro ruolo. La legge del primo luglio sulla riorganizzazione della rete assistenziale prevede la costituzione di una rete con medici di base, pediatri, rappresentanti dei Comuni, dei piani di zona e dei distretti. Noi abbiamo chiesto l’avvio di un tavolo come società civile. Lo prevede la legge. I sindaci possono convocare la conferenza dei sindaci e mettere a verifica l’azione di Ats e Asst, per dimostrare di avere a cuore la salute dei loro cittadini».
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