Sanità privata, adesso è boom di visite

Code infinite nel pubblico, per il covid e non solo, chi vuole stare bene deve mettere mano al portafogli: «Non si può aspettare un anno per un controllo cardiologico»

Qualcuno ha provato a chiamare il numero verde regionale e a prenotare un esame, ma poi si è rivolto al privato. Qualcuno non ha nemmeno provato, è andato direttamente altrove. La fila delle persone davanti ai centri sanitari privati è continua. La gente in parte è spaventata. Il problema riguarda soprattutto chi aveva visite di controllo. Molti sono stati chiamati dall’ospedale per rinviare la prestazione a data da destinarsi. I tempi d’attesa delle prime visite, in realtà, rilevati dall’Ats, nel Lodigiano, sono di circa 4 mesi per alcuni esami diagnostici, per l’ecodoppler cardiaca, per esempio, ci vogliono 116 giorni, per l’ecografia dell’addome completo 46, per l’ecografia dell’addome 28, per la prima visita cardiologica ci vogliono 116 giorni, per la prima visita dermatologica 95, per quella oncologica 12, la prima visita ortopedica 116, quella pneumologica 23, la spirometria globale 116 e la tac dell’addome 117.

Il nostro viaggio

Per avere il polso della situazione siamo andati davanti ai centri privati. Lodi salute, Medical center, I-Medica. «Mi avevano rimandato di un anno i controlli cardiologici - commenta una ragazza -, poi mi hanno richiamata che si era liberato un posto, ma io avevo già prenotato nel privato». «Io, invece dovevo fare un controllo cardiologico - aggiunge una donna - non ho provato in ospedale, ma ero certa che se avessi prenotato in ospedale non avrei avuto la visita così in fretta. Invece mi hanno trovato qualcosa che non va, serve un nuovo approfondimento e me l’hanno già fissato. Si tratta di problemi che, in momenti diversi, potrebbero risolvermi anche in pronto soccorso, ma in questo periodo non è il caso». Una donna aspetta fuori dalla clinica per una visita ortopedica. «Durante la precedente ondata pandemica per un esame ho dovuto aspettare 4 mesi - dice - adesso sono venuta direttamente qui. Anche se ho problemi economici, la salute è più importante». Una ragazza aveva già l’appuntamento per l’ecografia in ospedale. «La mia azienda ha fatto la convenzione con Lodi Salute, sono venuta qui». «Io - aggiunge un paziente - devo fare gli esami del sangue. Adesso in ospedale bisogna prenotare, nel privato si viene e si fanno subito gli esami. La volta scorsa, in ospedale, per il prelievo ho dovuto aspettare 15 giorni».

Un uomo apre il bagagliaio della macchina, prende la borsa e ritorna dentro. È infuriato. Sventola dei biglietti da 50 euro. «Sono nero, mi sto indebitando, ho dovuto farmi prestare i soldi per fare la visita. Ho un problema agli occhi, non ci vedo da qui a lì. In ospedale i tempi sono troppo lunghi». Un paziente aspetta nel parcheggio, davanti alla clinica. «Sono anni che vengo qui a fare la risonanza, mi sono sempre trovato bene e quindi vengo sempre a fare i controlli», dice. Alfredo Grassi, di Senna, non ha nemmeno provato ad andare in ospedale. Lui e sua moglie vengono sempre qui per le visite». Anche Pierluisa Orsi viene in visita dal dottor Giancarlo Regali. «Andavo da lui quando era in ospedale, a Casale e continuo a venire da lui», ammette. Noemi e la sua mamma aspettano in sala d’attesa. «Avevo appuntamento a dicembre in ospedale con la bambina - dice la donna, convinta dalla figlia a finire nell’obiettivo del fotografo -, il mio datore di lavoro si è convenzionato con la clinica, sono venuta qui».

Ottobre, cresce il fatturato

I-Medica, in via Legnano, specializzata in riabilitazione di tutti i tipi, che offre anche altre specialità, ha una convenzione con i medici dell’ospedale di Lodi. «Noi - spiega il proprietario del centro e direttore generale Francesco Izzo -, in ottobre, abbiamo avuto un incremento del fatturato del 30 per cento circa (che corrisponde a 97 visite in più, ndr) negli ambulatori e nella fisioterapia, che è il nostro specifico, un più 31,12 per cento (cioè 497 sedute, ndr). Le specialità più richieste sono cardiologia, pneumologia, ma anche la terapia del dolore è molto aumentata in questo periodo. Poi ci sono tante discipline che avendo rallentato le visite durante il lockdown, vengono recuperate. I medici che erano impegnati anche in ospedale hanno dovuto recuperare le prestazioni di controllo. Tutti oggi abbiamo più paura ad andare in ospedale; in questo momento le persone si stanno appoggiando ai nostri centri. Abbiamo potenziato la riabilitazione respiratoria e cardiologica perché ci siamo resi conto dell’aumento considerevole della richiesta e dell’incremento delle patologie respiratorie».

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