Santa Chiara contro l’ipotesi di una “super” Asp del Lodigiano. La Casa di riposo di Lodi esprime tutte le sue perplessità su un accorpamento tra le strutture per anziani del territorio. Con un voto unanime del consiglio di amministrazione, l’ente di via Paolo Gorini ha dichiarato «l’insussistenza delle condizioni idonee al proseguimento del percorso di unione delle Aziende di servizi alla persona sul territorio». Il progetto era stato lanciato dalla regione Lombardia per coordinare in una sola gestione il Valsasino di San Colombano, Santa Chiara di Lodi, la Rsa di Codogno dell’Asl e l’Azienda speciale di servizi di Casale.
Era stato avviato anche un tavolo tecnico per approfondire le fasi dell’operazione, ma uno stop è arrivato dai vertici della casa di riposo di Lodi. «Alla luce degli accertamenti tecnici, amministrativi e contabili rilevati, questa possibilità non porterebbe alcun vantaggio effettivo, bensì si creerebbe con tutta certezza un appesantimento dei costi da sostenere», si legge nel testo approvato dal cda di Santa Chiara. Viene anche sottolineato il rischio di un aumento delle rette per gli utenti. Gli ostacoli elencati sono diversi: in primo luogo la difficoltà di rendere omogenei i servizi, poi l’adeguamento dei contratti del personale e anche la necessità di creare una nuova struttura gestionale con il conseguente aumento delle spese. Di fronte a tutto questo, Santa Chiara ha messo nero su bianco i suoi dubbi e ha invitato l’amministrazione municipale a prendere posizione: viene chiesto al sindaco di Lodi «un pronunciamento sulle azioni da intraprendere».
Ieri è arrivata la risposta del sindaco di Lodi. Una nota scritta in cui Lorenzo Guerini per ora prende tempo: «Sull’accorpamento delle Rsa del territorio in una unica Asp avevamo già espresso alcune perplessità fin dall’avvio del percorso di valutazione di questa ipotesi, pur avendo assunto l‘impegno ad effettuare con serietà tutti gli accertamenti e gli approfondimenti del caso. In questo quadro, prendiamo ora atto del pronunciamento del cda di Santa Chiara. Tutti questi elementi saranno essenziali per completare il percorso di valutazione da parte della commissione istituita dalla Regione Lombardia, che tornerà prossimamente a riunirsi, anche per prendere atto dei risultati del lavoro che era stato commissionato ad un esperto. Dopo questo passaggio, anche l’amministrazione comunale di Lodi potrà formalizzare il suo parere».
Intanto si fanno sentire i sindacati interni alla casa di riposo. «Martedì prossimo faremo un incontro con tutto il personale di Santa Chiara – informa Mario Selvatico della Rsu della Cisl – nella struttura lavorano circa 200 persone, compresi coloro che sono assunti da agenzie e i contratti a termine. Faremo un’assemblea dei lavoratori per ragionare sul futuro della Casa di riposo. Chiederemo anche un incontro con il presidente di Santa Chiara e il sindaco Guerini per capire le decisioni che vogliono assumere. Noi chiediamo che la Casa di riposo continui ad erogare un servizio di qualità». Infine per fare in modo che l’Asp rimanga nel controllo pubblico, sono state raccolte dall’associazione centro tutela per i diritti degli anziani, oltre 1.200 firme in città che sono state consegnate in Broletto. «Siamo contrari ad una grande Asp, perché così ci sarebbe un aumento delle rette – dice il presidente dell’associazione Antonino Giliberto -. Noi vogliamo che la struttura rimanga sotto il controllo del Comune di Lodi».
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