SANT’ANGELO La procura di Lodi chiede l’archiviazione per la morte di Giovanna Pedretti

Per i magistrati non c’è stata alcuna istigazione al suicidio

Nessun coinvolgimento di terze persone, e quindi, nessuna istigazione al suicidio. È stata avanzata questa mattina dalla Procura della Repubblica di Lodi, a firma del procuratore Maurizio Romanelli, la richiesta di archiviazione per la morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo trovata priva di vita nel tardo pomeriggio di domenica 14 gennaio a meno di 24 ore dalla scomparsa.

La vicenda che ha scatenato il dramma intorno a Pedretti è divenuta sin dagli albori tristemente nota a livello nazionale: pochi giorni prima del suicidio la ristoratrice, titolare insieme al marito del ristorante e pizzeria Le Vignole di via XX Settembre, aveva pubblicato sui suoi social la recensione di un cliente che lamentava la presenza di una copia omosessuale e di un disabile all’interno dell’attività. Risposta di Pedretti, che invitava il cliente a non presentarsi più nel suo locale, che aveva scatenato commenti favorevoli nei suoi confronti da Nord a Sud. Poi il buio, a seguito di alcune ipotesi di falso intorno alla recensione, creata ad hoc a dire di molti proprio dalla titolare de Le Vignole per dare visibilità alla sua attività. Giorni di dibattito anche nei talk show delle reti nazionali, sul tema erano intervenuti anche volti dello spettacolo che avevano contattato la 59enne intervistata anche più volte sulla vicenda.

A quattro giorni dalla pubblicazione sui social il dramma, con il corpo di Pedretti trovato non lontano da casa in riva al Lambro. Sull’atto volontario sin da subito non ci sono stati dubbi, la ristoratrice si era allontanata di casa in piena notte facendo perdere le proprie tracce e aveva raggiunto la confluenza tra il fiume e l’affluente meridionale sempre del Lambro togliendosi la vita. Sulla vicenda era stata aperta immediatamente un’inchiesta contro ignoti da parte della Procura della Repubblica di Lodi per il reato di istigazione o aiuto al suicidio in base all’articolo 580 del Codice penale. A quasi quattro mesi dal fatto, all’esito delle indagini, la stessa Procura ha notificato la richiesta d’archiviazione del procedimento per insussistenza di fatti penalmente rilevanti, così come non sono state riscontrate altre ipotesi di reato. L’intero fascicolo quindi ora è nelle mani del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi: in sintesi, viene specificato come per la morte di Pedretti non vi è alcun contributo di terzi, con il decesso avvenuto a seguito di un gesto estremo e che tutti coloro che sono intervenuti a vario titolo nella vicenda non sono penalmente perseguibili. Ma tra i punti salienti dell’indagine vi è anche la conferma della non “genuinità” della recensione che ha scatenato prima l’ondata d’ammirazione e poi di odio nei confronti della ristoratrice il cui ricordo è ancora vivo in tutta la città.

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