Sconti per le aziende se assumono

Tadi considera importante

l’esenzione di Imu e Tares per chi assume, Buzzi punta sui progetti per rivitalizzare il commercio

Uggetti punta sul “modello Icr”, Cominetti sulla formazione dei disoccupati, Conia sull’Informagiovani

Staltari ritiene rilevante

il progetto Università, Dardi promuove

il recupero delle strutture degradate per le nuove attività

Le aziende chiudono, le fila dei disoccupati e dei cassintegrati s’ingrossano. Come agevolare gli investimenti in città? Il Comune può davvero fare qualcosa sul fronte lavoro? Come garantire nuove opportunità ai giovani e nuovi insediamenti?

Queste le misure che i candidati sono pronti ad attuare in caso di vittoria.

CONIA «Abbiamo tante idee, a partire dall’Informagiovani: oggi non collega domanda e offerta ma aiuta a preparare curriculum e pratiche, per noi è un errore. Per esempio, se gli artigiani hanno bisogno di idraulici, creiamo una bacheca e organizziamo un corso con le associazioni di categoria. Così si svincolano i giovani dalle agenzie di lavoro. Piccole misure ma concrete, sembra banale ma non lo è». Domenico Conia dei 5 Stelle ritiene che si debbano sviluppare idee simili per i giovani imprenditori. «Semplificazione delle pratiche, un fondo che investa solo sulla piccola impresa a Lodi, ecco ciò che faremo. Tadi ci ha copiato nel dire che le barriere architettoniche possono essere tolte dando lavoro alle imprese locali, con gli appalti a invito, al posto di una gara aperta al massimo ribasso. Bisogna poi facilitare la conoscenza e l’accesso ai finanziamenti pubblici dell’Unione europea».

COMINETTI «Si deve fare molto per il lavoro che manca. A cominciare dal sostegno all’innovazione e alla ricerca, in progetti come l’università, il Parco tecnologico ed Expo, che producano indotto e opportunità. Pensiamo ad esempio alla formazione dei disoccupati da inserire con vari ruoli nel circuito turistico previsto per Expo». Oltre a una fiscalità locale più modulata, con incentivazioni per chi assume, «come la nostra proposta 500 x 500 rivolta agli artigiani, commercianti e imprenditori – dice Giualiana Cominetti -, che otterranno uno sgravio di 500 euro per ogni giovane o disoccupato lodigiano che verrà assunto per un anno». Appalti a chilometro zero, mediazione con gli istituti bancari per facilitare l’accesso al credito, utilizzo dei co-working space (strutture a costi accessibili per far decollare nuove attività) e sburocratizzazione a chi apre o assume: questi gli altri punti del programma.

UGGETTI Simone Uggetti è favorevole alla partecipazione delle imprese locali, tramite consorzi e associazioni temporanee, all’assegnazione degli appalti per 57 milioni di euro per il completamento dell’Università. A cui si aggiunge la realizzazione del Parco industriale sulle biotecnologie alimentari («uno dei pochi settori in crescita»). «È necessario applicare in modo sistematico il “modello Icr”, con sconti sugli oneri di urbanizzazione per la costruzione e l’ampliamento di aziende, in cambio di posti di lavoro – spiega -; sviluppare la filiera dell’edilizia ad alto rendimento energetico, che può offrire concrete opportunità all’artigianato; sostenere il commercio tradizionale valorizzando qualità e varietà dell’offerta, bellezza del centro storico e programma di eventi di animazione in alternativa al modello degli ipermercati; ridurre la burocrazia, snellire le procedure e velocizzare le pratiche sulle attività produttive».

DARDI La premessa di Andrea Dardi è che il Comune, in materia di lavoro, ha competenze limitate. Eppure qualcosa può fare: voucher per le imprese che assumo giovani e donne, voucher per la creazione di nuove unità commerciali e produttive nelle frazioni e nelle periferie. «Intendiamo farci promotori del co-working: recupereremo strutture pubbliche degradate per crearvi degli spazi lavorativi condivisi che fungano da incubatori per le imprese giovanili e femminili. Ci faremo promotori di una convenzione con banche e Camera di commercio per favorire l’avvio di nuove attività. Vogliamo puntare sulla formazione delle giovani generazioni». Con il dimezzamento degli oneri di urbanizzazione e gli sconti sull’edilizia sostenibile, Dardi conta di avviare un circolo virtuoso per la ripresa del settore immobiliare. «Il completamento del polo universitario sarà un’occasione importante: l’obiettivo è creare un Campus universitario urbano, coinvolgendo le imprese del territorio».

STALTARI Il candidato di Unione popolare punta sull’ampliamento delle facoltà di agraria e veterinaria, che può dare un aiuto all’occupazione. «L’allargamento a Lodi dell’università dovrebbe favorire il lavoro – spiega Francesco Staltari -. Però bisogna prepararsi a questa opportunità, creando delle navette e con adeguati collegamenti per il trasporto. Poi a Lodi non è che manca il lavoro, ad esempio ci sarebbe spazio per la manutenzione delle strade e per altre attività edilizie. Ma mancano a volte i soldi per mettere mano a questi interventi. Per reperire risorse si può ricorrere a dei finanziamenti regionali ed europei. E poi bisogna fare lavorare di più gli italiani, c’è troppa manodopera che viene dall’estero».

TADI «Prima di tutto è necessaria l’istituzione di una consulta del lavoro, con l’aiuto delle associazioni e dei sindacati, affinché ci sia un confronto continuo sulla situazione in città. Poi bisogna pensare all’introduzione di aiuti concreti, come l’esenzione di Imu e Tares per tre anni agli imprenditori che assumono lavoratori di Lodi o che insedino l’attività in città». Una ricetta a cui Sergio Tadi aggiunge la riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria nel caso di utilizzo di materiale ecosostenibili per almeno il 70 per cento degli immobili, la riduzione dell’Imu per le imprese artigiane e commerciali. «Oggi la burocrazia è così presente a scapito dei giovani imprenditori che si potrebbe affiancare un tutor per agevolare le procedure. Vogliamo l’estensione della rete wi-fi gratuita senza limitazioni di tempo, ormai non è più possibile fare senza. Inoltre, con l’Expo alle porte, insieme a Regione Lombardia bisogna riuscire a portare sul territorio finanziamenti e sviluppo».

BUZZI «“Lodi che verrà” ha una visione complessiva della città, una città più viva è una città dove l’economia si muove meglio - afferma Stefano Buzzi -. Vorremmo favorire commercio e nuovi insediamenti. In centro i negozi spesso sono vuoti, l’apertura del centro urbano e l’abbassamento delle tariffe di occupazione del suolo pubblico favorirebbero altri insediamenti. Qualsiasi azienda che scelga il territorio comunale si vedrebbe tolti gli oneri di urbanizzazione per cinque anni, qualora assumesse maestranze locali. Il Comune non è un’azienda ma può favorire cultura e istruzione, avviando dei corsi di formazione professionale per l’inserimento nel lavoro». E poi la steccata finale: «La gestione politica della città di Lodi ha visto le giunte di sinistra, con Uggetti e Cominetti, affondare la Banca Popolare di Lodi prima ancora dei processi, tutto l’indotto che muoveva si è perso. Hanno demolito quella che era l’eccellenza locale: il lattiero-caseario, e la Polenghi. Oggi restano l’Erbolario e una realtà come l’Icr, che fa sì che la nostra proposta del museo del profumo abbia una sua logica, legata magari alla moda».

Greta Boni, Matteo Brunello

I PROBLEMI DI LODI: LA PAROLA AI CANDIDATI - Le aziende chiudono, le fila dei disoccupati e dei cassintegrati s’ingrossano. Come agevolare gli investimenti in città? Il Comune può davvero fare qualcosa sul fronte lavoro?

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