Scuola, la protesta diventa di piazza
«La salute dei ragazzi deve essere tutelata come quella degli anziani». Domenica, una manifestazione, a Lodi, nel rispetto delle regole previste dalla zona rossa.
Stop alla didattica a distanza, anche in zona rossa i genitori non si fermano. E annunciano una manifestazione, rigorosamente statica, per il 21 marzo, in concomitanza con le altre che si svolgeranno in altre province d’Italia.
In attesa, il comitato “Ascuola Lodi” sta manifestando a colpi di click, implementando l’iniziativa partita tra novembre e dicembre. In quel periodo, docenti, studenti e genitori avevano fatto parlare le statue con i loro cartelloni. Adesso il comitato ha deciso di far circolare ancora quelle foto e, nel frattempo, scattarne di nuove, anche in ambito privato, ognuno la sua.
Il comitato Ascuola Lodi, che fa riferimento a Milano, ha aperto un gruppo whatsapp: le adesioni in quest’ultimo fine settimana, sono passate da 25 a 35 e per i lodigiani adesso è stata attivata anche la pagina Facebook “school is dead”, che ha come foto profilo un cerchio nero con la banda bianca nel mezzo e la scritta “school is dead” con la E rossa.
«Ciascuno di noi pubblica una foto e la posta sul profilo del comitato School is dead - spiega Angela Di Fazio -. Con tutti i comitati delle varie regioni abbiamo formato un comitato nazionale che mette insieme tutte le associazioni e che si chiama “Scuola in presenza”. Ogni giorno arrivano richieste di aggiungersi ai nostri gruppi».
«L’idea è di sensibilizzare i dirigenti scolastici, perché venga seguita l’iniziativa del Gandini dove Marco Maietti e Zeno Cagnola, due studenti di II F, hanno fatto lezione nel cortile dell’istituto. Lodi è una città difficile. Adesso i lodigiani si stanno mobilitando di più perché i provvedimenti coinvolgono le elementari e l’infanzia».
Per il comitato, «anche se siamo in zona rossa non è un problema la manifestazione perché è statica. Non possiamo andare, invece, come volevamo, nei supermercati, con le pettorine. La scuola deve rispettare le regole. Le ha sempre rispettate. Sono gli altri, a partire dai trasporti, che non le hanno rispettate. Per la manifestazione, con l’autocertificazione, si è autorizzati ad uscire. Andare a scuola in zona rossa non è un pericolo. La scuola non deve avere un colore - dice la mamma -. Se ci sono dei focolai è giusto che la scuola venga chiusa, ma non può essere preventivo. Andava bene l’anno scorso, l’abbiamo accettato tutti. Adesso sappiamo a cosa andiamo incontro. Siamo responsabili e proprio per questo non possiamo lasciare che i nostri ragazzi continuino a pagare un prezzo così alto. La loro salute deve essere tutelata come quella degli anziani. La scuola è un bene essenziale, come lavoro e salute, tutelato dalla costituzione. È da qui che nasce il comitato».
Il comitato è raggiungibile attraverso la pagina facebook “school is dead” .
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