Scuola, voce ai docenti: «La Dad è necessaria, ma si deve ritornare alla presenza in classe»

I dirigenti e la Didattica a distanza

Un male necessario, ma che, si spera, potrà essere sostituito il prima possibile dalle lezioni in presenza. Questa l’opinione sulla Didattica a distanza condivisa all’unanimità dalle dirigenti Elena Camminati (Istituto Comprensivo Lodi 1 Ada Negri) e Caterina Guerini (IC Lodi IV Ponte) e dalla docente e animatrice digitale dell’IC Lodi III Don Milani Raffaella Rozzi, che ieri si sono recate a palazzo Broletto per ritirare i tablet donati dal Distretto Rotary 2050 ai loro istituti, affinché siano destinati a studenti immunodepressi o con gravi patologie. Le dirigenti e la docenti hanno espresso la stessa opinione sulla Dad: è una modalità non ottimale, ma inevitabile ora. Camminati ha ricordato come funziona nel suo circolo: «Alterniamo lezioni sincrone ad attività asincrone. Ci sono bambini più motivati e seguiti dalle famiglie, ma le maglie della dispersione sono più larghe: per questo motivo abbiamo istituito anche attività di recupero, per affiancare anche a distanza i ragazzi più fragili. Questa modalità non è l’ideale, ma in questo momento è l’unica via praticabile». Guerini invece si è soffermata su un altro aspetto che con la Dad si perde, quello relazionale: «Anche se la Dad funziona bene rispetto soprattutto alla precedente esperienza dello scorso anno, si vanno a perdere i rapporti tra i ragazzi e tra studenti e docenti. Speriamo di poter tornare presto in classe». Un altro problema della Dad è la sua relativa fruibilità da parte di bambini e ragazzini con disturbi specifici dell’apprendimento o bisogni educativi speciali. Per questi casi tutti gli istituti prevedono attività in presenza: «I bambini vanno a scuola e, assistiti da degli insegnanti, fanno attività in presenza da soli o in piccoli gruppi e seguono anche loro le videolezioni» ha spiegato Camminati. Un caso particolare è costituito dall’IC Lodi III: «Attualmente su sette plessi vanno a scuola in presenza un’ottantina di ragazzi diversamente abili, con Dsa oppure Bes – ha detto Rozzi – alla primaria sono anche 4 o 5 per classe. In classe sono seguiti da docenti curricolari e di sostegno stando in gruppi di due o tre e si collegano anche a fare videolezione assieme ai compagni che sono a casa». I tablet appena donati si aggiungono ad altri dispositivi già acquistati dalle scuole tramite i fondi pon oppure ricevuti attraverso altre donazioni. Oltre ai 25 tablet consegnati ieri dal Rotary l’Ada Negri e il Ponte ne hanno già una settantina e la Don Milani una ventina.

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