Scuole chiuse, ma è caos sulle deroghe
La decisione della Regione mette in forte difficoltà le famiglie
Chiusura della scuola, raffica di richieste ai presidi per avere la deroga e mandare i figli in presenza la mattina, nonostante l’ordinanza ministeriale. I presidi degli istituti comprensivi stanno aspettando chiarimenti dalla Regione e dall’ufficio scolastico regionale perché non sanno a quale elenco di attività fare riferimento per le attività dei genitori considerate essenziali. Il primo elenco, legato al Dpcm di novembre fa riferimento sostanzialmente (oltre che agli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali e alle attività laboratoriali), agli operatori sanitari impegnati a fronteggiare la pandemia; il secondo, invece, riporta un lungo elenco di categorie professionali con un codice Ateco, frutto di un accordo con le organizzazioni sindacali, che va dai produttori di gomma a quelli della carta. Il preside del comprensivo Lodi V, Demetrio Caccamo, da venerdì mattina, è alle prese con le procedure decisionali. «Noi - commenta la preside del comprensivo Lodi IV Caterina Guerini - abbiamo molte richieste, solo che bisogna intendersi su questo elenco delle categorie essenziali, a novembre si intendeva una cosa, qualcuno fa riferimento all’accordo tra Aran e sindacati. Ci arrivano richieste da parte di tutti e da gestire diventano moto difficili. Noi presidi ci stiamo confrontando. È appena arrivata in serata una nota del dirigente Yuri Coppi che dice di verificare l’effettiva fattibilità, di prestare attenzione ai requisiti. Entrambi i genitori devono svolgere una professione essenziale ed è comunque difficile verificare tra le tante richieste». Al comprensivo Lodi IV venerdì mattina i bambini con bisogni educativi speciali e disabilità hanno frequentato regolarmente. «Si rischia di fare delle ingiustizie - annota la preside -, di lasciar fuori qualcuno che ha necessità di restare a scuola. Al momento abbiamo 10 richieste all’infanzia, 10 alla primaria e alcune alle medie, ma mi hanno già detto che ne stanno arrivando tantissime anche dai plessi esterni».
Anche la preside del comprensivo Lodi I, Elena Camminati, sta «aspettando indicazioni dall’ufficio scolastico regionale. Se la scuola è chiusa è per evitare i contagi - dice -, ci devono dire quali sono le categorie essenziali. Oggi (venerdì) era tutto chiuso da noi; fino a che non ci sono indicazioni diverse la scuola resta chiusa. Speriamo che arrivino perché le famiglie hanno bisogno di risposte». La preside del comprensivo Lodi II Carmela Riganò ha già letto 367 richieste, poi si è fermata con la lettura, ma ne sono arrivate altre: «Ci stiamo organizzando per dare una risposta alle numerose famiglie - dice -. Da un lato bisogna garantire la salute pubblica e dall’altro garantire i diritti dei genitori. Non c’è nulla di chiaro. L’unica cosa chiara ora è la chiusura, poi stiamo attendendo indicazioni. Se vale quell’elenco lungo, ci troveremmo di nuovo con il 90 per cento dei bambini in classe».
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