Se ne va a 99 anni il fante lodigiano di El Alamein
Farìa Marzagalli era un reduce della storica battaglia combattuta in Egitto nel 1942
Si è spento uno dei reduci di El Alamein, storica battaglia della Seconda Guerra Mondiale combattuta in Egitto nel 1942. È morto a 99 anni il lodigiano Farìa Marzagalli, parte della celebre divisione Ariete che nella campagna per il nord Africa si distinse nell’offensiva contro i britannici.
«Farìa fu uno degli ultimi soldati del deserto, partito in guerra per l’Africa si fece tutta la ritirata dopo El Alamein, più di mille chilometri, parte a piedi e poi come autista di un camion cosiddetto lancia, nel quale come allarme antiaereo era stato fatto sedere su un parafango un cane, in modo che sentisse subito il rombo degli aerei inglesi e consentisse a tutti la fuga – ricordano i famigliari -. Tra le sue testimonianze fotografiche, conservò un’immagine dell’oasi di Shiva in cui inquadrò il feldmaresciallo Rommell a colloquio con i generali italiani». A seguito di quella ritirata, Marzagalli fu uno degli italiani catturati dagli inglesi e imbarcato sulla nave Queen Elisabeth per essere condotto dopo una pericolosa navigazione in acque atlantiche in Scozia. E solo alla fine della guerra riuscì a rientrare in Italia, ma rimase senza nulla e ripercorse da Sud il Paese per ritornare a casa. «Dopo il matrimonio con Teresa, che gli diede serenità e sicurezza, si impegnò in banca dove ancora qualcuno lo ricorda alla cassa del “Credito Commerciale” – riferiscono i suoi parenti –. Nei lunghi anni della pensione si occupò, prima come segretario e poi come presidente, dell’associazione mutilati e invalidi di guerra, attività per la quale ritirò la medaglia d’oro alla riconoscenza, successivamente fu anche insignito della carica di Cavaliere del Lavoro». Testimone di uno degli fronti più caldi tra l’Asse e gli Alleati, che amava descrivere con tanto di particolari e dettagli, Farìa Marzagalli avrebbe l’anno prossimo festeggiato un secolo di vita. «Generoso con figli e nipoti, ma anche con altri, a se stesso riservò solo l’essenziale.
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