Sei mesi per il verdetto sulla Molina

Ancora 6 mesi per il primo verdetto sulla roggia Molina: sarà quello del giudice del tribunale civile di Lodi Stefania Calò chiamata a decidere sulla richiesta di danni per 1,8 milioni di euro nei confronti di Comune di Lodi e Astem avanzata dall’agricoltore Pietro Zanaboni, che da vent’anni segnalava alle varie amministrazioni comunali che quella roggia, almeno da quando torna allo scoperto in zona Selvagreca, ha tutte le caratteristiche di una fogna. «Mancano solo il deposito delle conclusioni e le repliche - aggiorna l’avvocato Francesco Borasi di Milano, che assiste Zanaboni - e chiediamo ovviamente il ripristino ambientale». Cioè la rimozione dei fanghi inquinati dalla roggia e altre voci di danno, come la contaminazione dei campi bagnati da quelle acque.Nel 2009 Zanaboni aveva anche fatto un esposto alla procura della Repubblica e in conseguenza di quell’atto, nel febbraio scorso, la Forestale aveva attuato il sequestro del depuratore fognario di Lodi, che scarica nella Molina. Ma dopo pochi giorni il tribunale del riesame aveva dissequestrato l’impianto: «Sal, gestore da circa tre anni, ha dimostrato che erano già stati avviati, e prima che scattasse il sequestro, lavori di manutenzione straordinaria per adeguare i valori di quanto immesso nella roggia - spiega l’avvocato Bruno dell’Acqua di Legnano, che assiste i vertici di Sal -. Tra l’altro la Molina ha una concentrazione di inquinanti più elevata a monte che a valle del depuratore. La causa civile per la Molina non ha interessato Sal, che è subentrata dopo».La Forestale ha effettuato anche videoispezioni per accertare quali scarichi non trattati riceva la roggia mentre attraversa Lodi: questo secondo filone dell’inchiesta sarebbe stato riunito assieme a quello che ha portato al sequestro del depuratore ma finora non si ha notizia di conclusioni dell’attività di indagine. La mappatura degli scarichi potrebbe però rivelarsi utile in futuro, se Sal potrà acquisirla, per predisporre un piano complessivo di risanamento: «Se un condominio scarica le fogne nella Molina, ritengo che lo faccia sulla base di un titolo abilitativo, sia pur vecchio e datato - osserva l’avvocato Dell’Acqua -. Sal ha ereditato in blocco tutti gli impianti di depurazione fognaria della Provincia di Lodi ma la legge pretende che al momento dei controlli siano perfettamente a norma, altrimenti scattano subito le sanzioni a carico di chi, al momento, li gestisce. L’adeguamento e il potenziamento degli impianti e il collettamento degli scarichi richiedono finanziamenti ingenti e le tariffe dell’acqua sono predeterminate. Occorre del tempo. Questo spiega, ad esempio, perché c’erano stati dei rilievi sull’impianto di Lodi».

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