Senza biglietto, prende a schiaffi
la capotreno tra Lodi e San Giuliano: a processo un 37enne

Il convoglio era rimasto bloccato per un’ora, Trenord si costituisce parte civile,

Prende a schiaffi e a spintoni una donna capotreno che gli aveva chiesto i documenti per multarlo e provoca un ritardo di un’ora su un convoglio di Trenord: un egiziano di 37 anni, N.Y.M.R., domiciliato nel Milanese e regolare in Italia, è finito sotto processo a Lodi per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e interruzione di pubblico servizio. L’episodio risale al 26 dicembre del 2020 e si era svolto su un treno in viaggio tra Lodi e San Giuliano Milanese.

La capotreno, una donna di circa trent’anni, nell’ambito del controllo dei biglietti di tutti i passeggeri a bordo, non molti quel giorno, si era imbattuta nell’egiziano che non aveva alcun titolo di viaggio. Lo straniero, dopo aver accampato varie scuse, aveva tirato fuori dalle tasche una carta d’identità e l’aveva consegnata alla capotreno. Che però si era subito resa conto che la fotografia era diversa da quella dell’uomo che aveva di fronte, e così aveva insistito affinchè fornisse le proprie vere generalità, avvisandolo che altrimenti avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine. A quel punto però lo straniero, approfittando della fermata in arrivo, aveva cercato di strappare il documento dalle mani della capotreno con l’intenzione di fuggire non appena si fossero aperte le porte. La donna aveva resistito ed era stata aggredita, cadendo a terra. A quel punto l’egiziano era riuscito a riprendere la carta d’identità e si era dato alla fuga a piedi, uscendo dalla stazione in direzione della via Emilia. La donna, pur contusa, era riuscita ad allertare il “112” e quindi era stata portata al pronto soccorso, in stato di shock emotivo. A quel punto il convoglio era dovuto rimanere fermo per circa un’ora, in attesa che arrivasse un nuovo capotreno per proseguire la corsa. Grazie ad alcune testimonianze l’aggressore è stato identificato per il 37enne egiziano. Il processo proseguirà a maggio. La capotreno non si è costituita parte civile ma lo ha fatto l’azienda Trenord, con l’avvocato Vittorio Tusa di Milano. L’egiziano rischia di rispondere - con i suoi beni o il suo reddito - anche dei danni per il ritardo provocato.

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