Sette palazzine-giardino al posto delle ex Officine Adda. Sui 34mila metri quadrati di viale Pavia sorgerà un nuovo quartiere immerso nel verde, con case innovative e ad alto risparmio energetico che potranno ospitare circa 400 persone.
È questo il nuovo “disegno” per far rinascere l’immensa area dismessa di Robadello. Il progetto è dello studio Dontstop architettura di Milano, per conto del Banco Popolare, proprietario del comparto. In questi giorni sono in corso le ultime trattative tra il Broletto e la banca. L’obiettivo è arrivare ad un accordo e sbloccare un piano che è fermo da anni.
L’ultima bozza, su cui sembra esserci un punto di equilibrio tra le parti, prevede un piccolo spazio per uffici (700 metri quadrati) all’interno di larga parte che sarà riservata agli insediamenti residenziali. Saranno abitazioni prestigiose, circondate da parco e piste ciclabili. Un “polmone verde” a due passi dalla stazione ferroviaria, dove prati e vegetazione si allargheranno per circa 10mila metri quadrati. Un intervento sarà riservato al parco di via Fascetti che verrà inglobato nel nuovo complesso e sarà triplicato per diventare un’oasi vicino agli appartamenti e aperta alla città.
Il quartiere sarà dotato anche di nuova viabilità: verrà realizzata una strada che collegherà via Fascetti alla rotatoria di viale Pavia, tagliando trasversalmente la zona. Con gli oneri di urbanizzazione, il Broletto metterà mano anche al sottopasso con via Nino Dall’Oro. Attualmente il passaggio sotto la ferrovia è in condizioni di degrado. La volontà del Comune di Lodi è quella di avviare un piano di riqualificazione imponente: allargamento della sede stradale, più sicurezza, ma il passaggio rimarrà riservato a pedoni e ciclisti. L’arrivo di nuove famiglie comporterà inoltre la sistemazione delle rotatorie del quartiere, per affrontare la maggiore pressione del traffico dei veicoli.
I tempi dei lavori non sono ancora certi, visto che bisognerà attendere la firma della convenzione tra Comune di Lodi e Banca.
Al momento non sarebbero programmati cambi di destinazione d’uso dell’area, quindi il progetto ha bisogno solo del via libera da parte della giunta Uggetti per iniziare il suo iter.
L’obiettivo del Broletto è chiudere tutto entro l’anno, così che dal 2015 possano partire anche i lavori per il sottopasso. Le prossime settimane saranno decisive. L’intesa sarebbe vicinissima, come hanno ribadito in più occasioni le due parti. Mancherebbero solo alcuni dettagli di natura formale, per chiudere una “ferita” per la città che è rimasta aperta per anni. La Popolare era entrata in possesso dell’area nel 2003 a seguito di un complesso accordo con il gruppo Abb (allora proprietario) e con le istituzioni locali, Comune e Provincia. Il progetto di recupero originario, firmato dall’architetto Mario Botta, era stato poi messo da parte. La Banca aveva quindi lavorato a un’ipotesi diversa, ma nel frattempo il Comune aveva modificato le cubature edificabili e per questa variazione la proprietà dell’area aveva presentato un primo ricorso al Tar, poi integrato successivamente, e ora ancora pendente presso il Tribunale amministrativo regionale. Una battaglia legale che ha sempre tenuto in sospeso il futuro delle ex Adda-Abb e adesso all’orizzonte si apre una via d’uscita per archiviare un lontano passato industriale.
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