SFONDRINI (SEL): «Un tavolo per Santa Chiara»

«La fondazione? Unica soluzione possibile per garantire qualità del servizio e tutela dei lavoratori a Santa Chiara. Si faccia un tavolo territoriale per monitorare l’andamento di questo progetto». A proporlo Michela Sfrondini, capogruppo di Sel per Lodi in Broletto. L’esponente di Sinistra ecologia e libertà, libraia molto conosciuta nel capoluogo, ha ieri spiegato le ragioni del suo “sì” al nuovo statuto per la casa di riposo.

Per quale motivo Sel si è schierata a favore del progetto fondazione per Santa Chiara?

«Abbiamo votato a favore della fondazione perché riteniamo che solo così sia possibile garantire continuità di servizio e legami territoriale per Santa Chiara. Non avremmo voluto decidere di cambiare la forma giuridica della casa di riposo, che funziona bene così com’è, grazie al servizio garantito dal personale e alle scelte di governance compiute in questi anni. Ma di fronte alla normativa regionale, dovevamo prendere una decisione. L’opzione era secca e blindata. Da una parte dare un forma giuridica di diritto privato, oppure la scelta di regionalizzare la casa di riposo. E noi abbiamo scelto per la continuità del servizio. Restiamo contrari alle privatizzazione. Restiamo contrari a logiche liberiste e privatistiche. Ma la strada era stretta, non c’erano scenari alternativi. Ci siamo assunti la responsabilità della decisione».

Come mai un partito di sinistra si è schierato contro i lavoratori?

«Per le forme che ha assunto il dibattito, la posizione di Sel sembra essere contro i lavoratori. Credo sia la prima volta che esprimo un voto contro i lavoratori e le lavoratrici. Come gruppo ci siamo posti in ascolto delle loro esigenze. Ci siamo posti il problema della tutela dei lavoratori, che vuol dire salvaguardia dei posti di lavoro e tutela delle condizioni occupazionali a Santa Chiara. Lo abbiamo fatto attraverso la “blindatura” dello statuto che accompagna la fondazione. Per esempio all’articolo 17 si prevede una maggioranza del 95 per cento del consiglio comunale, per far intervenire delle modifiche alle condizioni dei dipendenti della casa di riposo. Allo stato attuale, ai dipendenti della casa di riposo è applicato il contratto enti locali e questo verrà garantito anche in futuro. Non sottovalutiamo e abbiamo a cuore la sorte dei lavoratori. Crediamo stia stato fatto tutto il possibile per garantire i posti di lavoro. Mantenendo invece Santa Chiara come Asp, con l’ipotesi di un disegno regionale di creare una rete lombarda delle case di riposo, c’è invece il rischio che i lavoratori possono essere trasferiti in diversi istituti, non necessariamente legati al territorio».

La protesta dei lavoratori non accenna però a placarsi. Come ascolterete in futuro le loro richieste?

«Molto è stato fatto per ascoltare i lavoratori, ma forse si poteva fare di più. Nel nostro intervento in consiglio comunale abbiamo proposto un tavolo territoriale per monitorare l’andamento della fondazione. Un tavolo che possa coinvolgere organizzazioni sindacali, lavoratori di Santa Chiara, associazioni di volontariato e privato sociale. L’obiettivo è che il dialogo e il confronto tra le parti interessate non venga mai meno».

Alcune forze politiche vi hanno accusato di fare spartizione di poltrone. Sel accetterà dei posti nel futuro cda di Santa Chiara?

«Posso garantire che il confronto che Sel ha avuto al proprio interno è un confronto serio. Si è svolto sul merito, ma assolutamente a prescindere da logiche di spartizione di posti. In alcune prese di posizione sono state espresse illazioni. Siamo stati accusati di aver barattato un posto nel cda, ma la storia di Sel dimostra che noi prendiamo le nostre decisioni senza badare ai posti. Le poltrone sono altra cosa»

Come farete a far sentire la vostra voce, ora che non avete più un assessore in giunta?

«Nella vicenda della trasformazione in fondazione, c’è stato un ampio confronto che è passato attraverso il coinvolgimento dei gruppi consiliari. Ci sono state diverse riunioni, poi la capigruppo. Tutto questo ha sancito un metodo di lavoro, un’apertura alle tante istanze. Come Sel credo che le nostre modalità di partecipazione debbano essere sperimentate di volta in volta. Abbiamo chiesto di mantenere un rapporto costante tra l’esecutivo e Sel per Lodi. Noi ci sentiamo parte di questa maggioranza e vogliamo partecipare».

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