Soffocati dalle cartelle di Equitalia
Gli uffici comunali sono invasi dai documenti
esattoriali in giacenza. Solo a palazzo Broletto, a Lodi, dal 30 gennaio ne sono arrivati ben 3.500
Gli uffici comunali invasi dalle cartelle esattoriali di Equitalia in giacenza: a Lodi ne arrivano tra le mille e le 2 mila al mese, a Sant’Angelo dal 30 gennaio a oggi sono 3 mila 500, a Melegnano 2 mila 500 da inizio anno e persino a Borghetto ce ne sono oltre 600, a Paullo ne arrivano a centinaia la settimana. Diversi i disagi: cittadini in fila per i ritiri e funzionari degli uffici messi alle corde, con in più il problema degli spazi per il deposito e poi per l’eventuale archivio degli inevasi.
Il problema ha assunto dimensioni importanti a partire dall’inizio dell’anno, con l’affidamento a Poste Italiane del servizio di primo recapito e con la mole sempre maggiore di insolvenze nei pagamenti.
«Di questo passo - concordano tutti gli uffici dei messi comunali interpellati - entro la fine dell’anno ci troveremo davanti problemi molto seri». Dall’inizio dell’anno si sono moltiplicati i casi di deposito in comune delle cartelle esattoriali Equitalia per il pagamento di qualsiasi tributo, tasse locali, sanzioni e multe amministrative e automobilistiche, bolli di vario genere, iscrizioni agli enti.
Da una parte è indubbio che siano aumentati i casi di mancato pagamento di tasse locali o di multe, con la crisi che porta molti cittadini a fare economia su tutto, anche non rispettando le scadenze di pagamento delle imposte. Dall’altra c’è un secondo fenomeno in crescita dal 2013 a oggi, l’irreperibilità del soggetto intestatario della cartella esattoriale.
Proprio questo secondo fenomeno ha avuto un proprio boom in corrispondenza, a gennaio, della trasformazione dei metodi di consegna delle cartelle. «Quando c’era il messo notificatore di Equitalia, capitavano pacchi di decine di cartelle non consegnate - dicono dall’ufficio protocollo e messi del comune di San Colombano al Lambro -. Da quando è passato alle Poste Italiane, invece, arrivano pacchi su pacchi, da centinaia di cartelle».
In diversi hanno notato la coincidenza, e senza entrare nel merito delle modalità di consegna, che qualcosa non funzioni sembra evidente.
«Non sappiamo quali siano le modalità attuate da Poste Italiane, ma qualche problema c’è - dicono all’anagrafe di Paullo, dove le cartelle sono lasciate in giacenza -. Noi ci organizziamo subito, mettendole in deposito in ordine alfabetico, così poi siamo rapidi nello smaltirle». Lo stesso però non accade in tutti i comuni, anche per la mole di lettere da smistare.
Ma prima o dopo il problema si pone. «Non le contiamo di certo, ma abbiamo mezza stanza piena, ne arrivano tra le mille e le 2 mila almeno al mese - spiegano dall’ufficio messi del municipio di Lodi -. Il sabato mattina in particolare abbiamo la fila di persone che vengono a ritirare le loro cartelle, 20 o 25 persone. Se per ognuna ci mettiamo cinque o dieci minuti, tra cercarla, verificare e completare la procedura, è chiaro che passiamo due o tre ore in questo servizio. Sta diventando un grosso problema».
Anche perché la gente difficilmente è contenta di andare a ritirare una cartella esattoriale, multe o comunque somme da pagare. Il fenomeno sta diventando preoccupante per gli uffici pubblici. «Noi siamo a 3 mila 500 dal 30 gennaio a oggi - dicono con precisione dall’ufficio messi di Sant’Angelo -. Ma secondo le proiezioni fatte con le Poste, dovremmo arrivare a 9 mila circa. Come faremo a gestire tutta questa mole di cartelle, e dove le metteremo?»
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