SOLIDARIETA’ Continua a crescere il Fondo emergenza per l’Ucraina
Attualmente sono stati raccolti 105.670 euro finalizzati a sostenere progetti di accoglienza di profughi ucraini realizzati nel Lodigiano
Veronica Scarioni
Continua a crescere il Fondo Emergenza Ucraina, mentre sul territorio si indaga sui bisogni dei rifugiati, con il coordinamento dell’Ufficio di Piano dell’ambito di Lodi. Promosso da Caritas Diocesana, Il Cittadino e Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, attualmente il fondo ammonta a 105.670 euro ed è finalizzato a sostenere progetti di accoglienza di profughi ucraini realizzati nel Lodigiano.
«Provengono dalle categorie sociali più disparte e ogni situazione è a sé - spiega Chiara Motta, assistente sociale del comune di Sant’Angelo Lodigiano -. Invitiamo le persone a colloquio e analizziamo la situazione abitativa, per capire se è idonea. Poi, per gli adulti si cerca di capire se hanno bisogno di mediazione linguistica o supporto psicologico, mentre per i minori si parla più che altro di obbligo scolastico: la direttiva sarebbe di iscriverli nei nostri istituti, ma tantissimi fanno videolezioni e si ritrovano giornalmente con gli altri sparsi per l’Europa, quindi abbiamo cercato di usare il buon senso e magari si iscriveranno l’anno prossimo». Parte molto importante è quella per cui «si richiede che tipo di contribuito economico pensano potrebbe aiutarli - spiega Chiara Motta -. Principalmente lo chiedono per le bollette, sia di chi li ospita sia in ottica futura, poi per vestiti e generi di prima necessità. Un’altra cosa che cerchiamo di offrire è il materiale informatico e la connessione Internet per la Dad. Poi c’è il discorso del materiale scolastico canonico».
Una particolarità è la richiesta di abbonamenti gratuiti ai mezzi di trasporto, per potersi muovere nel caso trovino lavoro. «Chi invece ha già deciso di rimanere nel nostro territorio pensa a contributi per l’affitto. Grande richiesta c’è poi per i corsi di italiano», continua l’assistente sociale. E altro dato interessante è quello che «pochissimi hanno espresso il bisogno di aiuto psicologico, però credo sia anche forma di pudore e resistenza. Tanti chiedono invece di attività ricreative per i bambini; si sbilanciano di più su questo e sull’ aspetto concreto e economico».
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