Sopravvissuta al femminicidio, adesso racconta la sua storia
Lodi Barbara Bertolotti è attivista per Libera di Vivere
È una sopravvissuta. Dopo aver toccato con mano l’inferno – aggredita da un collega di lavoro, accoltellata, data alle fiamme, mentre aspettava il suo terzo figlio - , dedica oggi la sua vita alla sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Perché quello che le è accaduto non si ripeta mai più. Sarà ospite il prossimo sabato 16 novembre, nel teatro dell’oratorio di San Bernardo, Barbara Bertolotti, sopravvissuta a un tentato femmicidio e diventata attivista, con l’associazione che ha fondato Libera di Vivere, che si occupa di aiuto alle donne, agli uomini e ai bambini, vittime di aggressioni fisiche, psicologiche e verbali. Bertolotti porterà in dote la sua drammatica storia di sofferenza, iniziata il 20 dicembre 2003 quando, come impiegata di un’impresa edile, in attesa del suo terzo figlio, viene aggredita brutalmente da un collega di lavoro. L’appuntamento è una delle tappe di sensibilizzazione organizzate nel mese di novembre sul tema della violenza - con il patrocinio di Comune di Lodi e l’associazione L’Orsa Minore Ets, gestore del centro antiviolenza La Metà di Niente ed è in programma il 16 novembre alle 17.30. Al termine dell’incontro è in programma una cena solidale (prenotazioni entro il 14 novembre al numero 338.5656913 o 338.3421021) per raccogliere fondi per l’associazione Libera di Vivere e per il centro antiviolenza di Lodi. L’incontro con Bertolotti sarà anticipato da un’introduzione a cura di Paola Metalla, presidente dell’associazione L’Orsa Minore, che ha voluto ringraziare personalmente la parrocchia per l’ospitalità. «Si parla spesso del tema della violenza, ma spesso si fa fatica a individuare le forme e le modalità – spiega Metalla - : è importante capire che segnali correre, ma anche cercare di andare oltre gli stereotipi come l’odioso “se l’è cercata”, che è purtroppo ancora pensiero diffuso. Spesso il maltrattante invece si nasconde dietro il principe azzurro o la persona di cui ci fidiamo. Se conosciamo qualcuno che è vittima di violenza, è importante non voltarsi dall’altra parte. Si possono fare anche segnalazioni in forma anonima, ma è importante denunciare».
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