Sotto l’albero anche un pacco di rifiuti

Sacchi abbandonati e raccolta differenziata ridotta a zero

L’ecofurbetto numero uno pigia il sacchetto dell’immondizia di casa nel primo cestino che capita a tiro, meglio se posizionato in una zona verde. Il numero due appoggia con una certa nonchalance un pacco di sporcizia vicino ai bidoni destinati alla carta e alla plastica. L’ecofurbetto numero tre utilizza il cassonetto dell’umido, nei quartieri in cui ancora non è sparito, per ogni tipo di scarto. A ben vedere ci sarebbe anche il numero quattro, specializzato nel lancio del sacchetto direttamente dall’auto, ma questa non è una novità. Insomma, con le feste natalizie quello strano meccanismo chiamato “raccolta differenziata” si è inceppato.

L’angolo più bistrattato è quello della piarda Ferrari: i cassonetti sono stati eliminati da quando la raccolta “porta a porta” è stata estesa anche alla città bassa, così c’è chi ha pensato di utilizzare tutti i cestini della zona per sistemare i sacchetti della pattumiera domestica. I guai non finiscono qui, perché la casotta sul fiume si appoggia ormai su un tappeto di foglie e sporcizia: resti di pizza e patatine, bottiglie di birra e di vino, cartaccia a non finire. Tra i parcheggi delle macchine si trovano resti di mobili, sacchetti con calcinacci che fanno da cornice a un’auto abbandonata, un parchetto dove anche i giochi e la fontana sono stati presi di mira dai vandali.

Viale Milano è l’immagine della mini-discarica perfetta: i cassonetti posizionati a lato della carreggiata, in entrambe le direzioni e in corrispondenza del nuovo supermercato del pesce, sono stati presi d’assalto da borsine e cartoni di materiale non differenziato. Sbirciando tra i resti si trova di tutto, dalla stampante all’asse da stiro, da una latta vuota ai resti di pranzi e cene.

In via Defendente qualcuno ha appoggiato due grossi sacchi neri contro un albero, in piazza Gobetti c’è chi ha parcheggiato due carrelli della spesa vicino a casa, un’abitudine che si ritrova anche alla Martinetta.

In via Firenze, visto che i contenitori sono stipati di merce, tutto ciò che non ci sta più fa da contorno, mentre in via Torino il mobile dimenticato dietro al punto di raccolta non manca mai.

In via Grandi, a San Fereolo, spicca la “grande muraglia” dei rifiuti, una baraonda di sacchetti che non può certo essere definita un bello spettacolo. In via Benedetti, nel centro storico, da quando hanno tolto la telecamera l’abbandono di rifiuti è tornato a essere lo sport più diffuso: oltre a cassette e legname, c’è pure una bicicletta. Senza troppa difficoltà, è persino possibile stilare l’inventario dei regali che i lodigiani hanno ricevuto per Natale, quanti panettoni hanno mangiato, quanti hanno preferito il pandoro e quale marca hanno scelto.

Il colpo d’occhio è quasi ovunque lo stesso, è difficile non pizzicare in tutti i quartieri l’immondizia disseminata per strada. Ormai non si fa quasi più caso nemmeno ai dettagli, la gente passa e va; il sacchetto sul marciapiede o la bottiglia ai piedi del cestino anziché al suo interno sembrano quasi... la normalità.

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