«Spaccio di hascisc tra minorenni e non solo a Lodi e Massalengo», in cinque sotto processo nel capoluogo

Dopo gli accertamenti della polizia, altri 5 indagati hanno scelto riti alternativi e altrettanti sono indagati dalla Procura dei minori

Carlo Catena

Un giro di spaccio “tra amici” con quindici indagati, che sarebbe andato avanti anche nei mesi più bui del primo lockdown per il Covid nella primavera del 2020: è quello delineato dalle indagini della squadra mobile della questura di Lodi che hanno già visto cinque giovani definire la loro posizione con riti alternativi (patteggiamento o abbreviato) in udienza preliminare davanti al gup di Lodi, e altri cinque, non ancora diciottenni all’epoca dei fatti, tuttora indagati dalla Procura per i minorenni di Milano. Ieri, per gli ultimi cinque imputati, maggiorenni, è entrato nel vivo il processo innanzi al tribunale collegiale di Lodi.

Le accuse, frutto di indagini realizzate anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, annoverano decine e decine di episodi di vendita di hascisc e marihuana, per quantitativi variabili dai pochi grammi fini ai due etti. Le attività illecite si sarebbero svolte tra Lodi e Massalengo, e molti indizi erano stati raccolti dalla polizia mettendo sotto controllo un garage nel quale alcuni dei sospettati si ritrovavano per fumare, suddividere le dosi e pianificare acquisti e vendite di “fumo”. Anche a minorenni, circostanza che ha fatto scattare un’aggravante specifica delle accuse.

Alcuni degli imputati devono rispondere anche di estorsione, perché in occasione di un contenzioso sul pagamento di alcune dosi ci sarebbe stato un tamponamento intenzionale per fare pressione sul “debitore”. «Bisogna considerare che non è stata contestata l’associazione a delinquere, nonostante l’elevato numero di indagati e di episodi - spiega l’avvocato Eleonora Galimberti di Lodi, uno dei difensori -, e questo già inquadra il tenore della vicenda e dei suoi protagonisti: non si tratta di persone avvezze al crimine ma di ragazzi, che probabilmente erano entrati in questo “giro” per poter consumare loro stessi droga a costo zero, e non per lucrare chissà quali somme». La prossima udienza si terrà a marzo, quando proseguirà la sfilata dei testimoni.

Hanno scelto di affrontare il processo per avere maggiori margini di difesa i 22enni A.A. (che era stato anche arrestato per queste accuse) e A.M., i 24enni A.C. e T.S., tutti del Lodigiano, e il 49enne A.C., del Cremonese. Alcuni degli imputati di questa indagine erano già stati segnalati in precedenza come tossicomani o giudicati per episodi di piccolo spaccio di hascisc, in particolare nella zona della stazione ferroviaria di Lodi. Non sono finora emersi luoghi particolari, come locali pubblici, per il passaggio di mano della droga: tutto veniva concordato via telefono o attraverso i social network, per passaparola, gli incontri per la vendita avvenivano poi velocemente nei parchi o nei pressi delle case Aler di San Fereolo. Le prime attività di indagine erano scattate già nel 2019, le misure cautelari a ottobre del 2020.

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