Stop allo stigma, arriva l’ambulatorio psicologico per i pazienti con l’Hiv I VIDEO
Progetto tra l’Asst e Famiglia nuova per un servizio, all’ospedale Delmati, indispensabile per la salute delle persone
Non riuscivano a parlare con i figli, con i famigliari, si sentivano in colpa, a disagio, per anni sempre con questo peso sulle spalle.
I pazienti positivi all’Hiv ora stanno meglio, possono finalmente superare i momenti di difficoltà, togliersi di dosso lo stigma generato dall’ignoranza sociale.
L’unità di malattie infettive dell’Asst di Lodi, insieme a Famiglia nuova, ha attivato un ambulatorio di supporto psicologico per i 500 pazienti lodigiani che vivono con l’Hiv e che sono curati dall’equipe dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo guidata dal dottor Angelo Regazzetti. Il progetto, intitolato “In ascolto”, promosso con il contributo di Fondazione Comunitaria e Fondazione Bpl, è stato presentato ieri, in concomitanza con un video di promozione dell’iniziativa, lanciato sui canali you tube di Famiglia nuova, dal direttore generale e dalla direttrice socio sanitaria dell’Asst Guido Grignaffini e Silvana Cirincione, l’infettivologa Chiara Cerri e le infermiere dell’ambulatorio di malattie infettive Roberta Bancheri e Cristina Patrinostro, insieme ai rappresentanti di Famiglia nuova Alessandra Gandelli (responsabile di progetto e dell’area dei servizi socio sanitari e sanitari), Elisa Locatelli (progettista e vice presidente e Laura Casu (psicologa dell’attuale edizione del progetto; Elena Cabrini lo era delle prime due edizioni), oltre a Duccio Castellotti, presidente della fondazione Bpl e Renzo Tansini, consigliere della fondazione Comunitaria.
«Ogni anno - ha sottolineato la dottoressa Cerri - sono 10 i nuovi casi di Hiv. Nell’ultimo anno sono stati nella maggior parte dei casi pazienti giovani». Il più giovane ha 23 anni.
I direttori Grignaffini e Cirincione hanno messo in luce, insieme a Tansini e Castellotti, il cambiamento radicale in campo sanitario, rispetto al passato, messo in luce anche dal messaggio di promozione dell’iniziativa diffuso attraverso le cartoline con il qrcode che rinvia alla visione del video: “Oggi, i dati scientifici - recita la cartolina - indicano che le persone con virus Hiv che sono in cura non rischiano più di trasmetterlo, nemmeno con rapporti sessuali non protetti. Le donne con virus soppresso possono avere figli e allattarli”.
«Un bel messaggio di speranza», ha detto Castellotti.
L’ambulatorio è aperto, ad accesso libero, al Delmati, senza bisogno di ricetta, tutti i mercoledì mattina, a partire dalle 7.30.
«Gli ambulatori di malattie infettive - hanno spiegato i rappresentanti di Famiglia nuova - hanno segnalato la necessità di favorire il passaggio da un modello che vede la malattia come elemento puramente biologico e il malato come persona da curare a un approccio olistico, che consente la presa in carico della persona nella sua globalità, ponendo attenzione alla soggettività e all’unicità di ogni individuo e alle sue risorse, al fine di rendere il paziente stesso protagonista attivo del progetto di cura». Il progetto ha consentito la presa in carico anche dei famigliari, degli operatori e delle persone che vivono con l’Aids conclamata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA