Strade, i pedoni sempre più sotto tiro
Rispetto a 10 anni fa investimenti e vittime sono cresciuti
Strade più sicure? Sì, ma non per i pedoni. Le cui vittime di incidenti, tra morti e feriti, negli ultimi dieci anni purtroppo sono sinistramente aumentate, in controtendenza con quasi tutti gli altri eventi “neri” avvenuti sugli asfalti del Lodigiano. A rivelarlo è lo stesso report dell’Istat in base al quale, lunedì, la Regione aveva celebrato la “performance record” della provincia nella riduzione della mortalità, scesa tra il 2001 e il 2010 di quasi il 70 per cento. E se in calo, seppure con ritmi meno entusiasmanti, ci sono anche gli incidenti in generale e quelli con feriti, altrettanto non si può dire per coloro che, nelle statistiche sui sinistri, ci finiscono passeggiando, magari attraversando sulle strisce.
Mentre automobilisti e passeggeri coinvolti in incidenti stradali, infatti, sono scesi rispettivamente di quasi 350 e di oltre 80 unità, i pedoni sono passati dai 24 del 2001 ai 32 del 2010. Che non è un primato, visti i 46 del 2006, i 44 del 2008 e i 39 del 2009, ma resta sempre un campanello d’allarme; proprio come gli investimenti veri e propri, saliti da 22 a 30 in dieci anni, mentre quasi tutte le altre tipologie di incidente (frontali, tamponamenti e uscite di strada) scendevano in progressione più o meno costante. Il riflesso è che purtroppo, parallelamente ai coinvolti, è cresciuta anche l’impatto dei pedoni nella casistica sulla mortalità: secondi nei primi quattro anni del decennio ai più numerosi e micidiali scontri frontali, dopo la “pausa” del 2009, un anno fa gli investimenti di pedoni sono tornati un anno fa a vantare il triste primato di incidenza rispetto ai 12 morti complessivi registrati.
Insomma: indifesi per caratteristiche, e in aumento. E non solo tra gli anziani, che pure nelle fasce tra i 70 e i 79 anni rappresentano il maggior numero di feriti; ma anche tra i trentenni, terzi nel rapporto sui pedoni coinvolti in incidenti.
Nel confronto decennale, comunque, il coinvolgimento in incidenti è aumentato anche per altre due categorie di “utenti della strada”: i motociclisti (43 nel 2001, 70 l’anno scorso) e i ciclisti (da 47 a 70). E se il numero degli incidenti complessivi scende (da 723 a 554) il pericolo continua a oscillare soprattutto tra le strade urbane e quelle provinciali: le prime in calo, ma ancora “capoliste” con 227 incidenti (e con Lodi, seppure in calo, quarto peggior capoluogo della Lombardia), le seconde passate dai 111 sinistri del 2001 ai 177 dello scorso anno. Quanto ai punti critici, a livello generale, la sicurezza migliora agli incroci (oltre cento incidenti in meno), alle intersezioni (meno che nel 2001, ma in rialzo) e peggiora sia sulle rotatorie che in curva (55 incidenti a testa nel 2010). E attenti, sempre, ai rettilinei: seppur scesi da 339 a 261 in dieci anni, i tratti più indicati a “spingere sull’acceleratore” restano il teatro più affollato dagli incidenti.
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