Stroncata a 40 anni, folla per l’addio

Erano in tanti, ieri mattina, a dare l’ultimo saluto a Morena Zeffiro che, appena 40enne, alla fine ha dovuto cedere alla malattia che non le dava pace da dieci anni. «Una vita breve, ma vissuta intensamente. Una vita spesa per l’amore»: questo hanno raccontato i suoi parenti e gli amici, raccolti a centinaia, ieri mattina, per le esequie alla chiesa di San Lorenzo in Lodi.

L’amore che non è mai mancato, che l’ha tenuta viva nella speranza fino alla fine, fino a pochi giorni prima della morte, prima che le sue condizioni di salute si aggravassero definitivamente nel fine settimana.

Finché ha potuto, Morena ha lavorato nel suo bar all’interno del supermercato Bennet di San Martino, ha portato i figli a scuola, ha affrontato con coraggio le cure mediche più invasive. E quando ha capito che non c’era più nulla da fare, ha trovato la serenità di abbracciare i suoi figli e vivere con fiducia il proprio destino. «Ho pregato con lei, domenica in ospedale. Abbiamo detto il Padre nostro, e nei suoi occhi ho visto la serenità di una donna che ha amato davvero la vita, accettandola nel bene e nel male» ha detto anche don Stefano Chiapasco, che ha celebrato il funerale in una chiesa gremita.

Morena Zeffiro ha accettato la sofferenza, ma ha anche lottato contro il tumore fino alla fine. Rimangono i frutti del suo amore, come le due figlie e il figlio, frutto di una scelta consapevole di Morena che, già in preda alla malattia, sei anni fa ha deciso di permettere che venisse al mondo una vita nuova. Se non si può mai dare un senso alla morte di una donna così giovane, è invece obbligatorio dare un senso alla sua vita.

È obbligatorio prendere esempio dalla forza d’animo che Morena ha dimostrato, e che deve essere uno stimolo per tutti a vivere appieno i propri giorni.

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