Sul Broletto soffia vento di elezioni
Guerini sempre più intenzionato a correre per il Parlamento
Aria di elezioni anticipate a palazzo Broletto. Il futuro è appeso alle decisioni di Guerini ma sindaco non ha ancora sciolto le riserve su una sua possibile candidatura per il Parlamento. «C’è tempo fino a domani sera (questa sera, ndr)», ha detto ieri il primo cittadino, il quale sull’argomento preferisce non rilasciare dichiarazioni. Anche se Guerini non si sbilancia, dietro le quinte più di una persona è convinta che l’ago della bilancia penda verso il “sì” e che il sindaco sia seriamente intenzionato a mettersi in gioco per le primarie. Per questo dovrà chiedere al partito una deroga.
I tempi sono strettissimi. Il Pd ha deciso di fare le primarie per selezionare i politici che correranno per Camera e Senato. Lunedì sera la direzione nazionale del partito ha stabilito le regole. E l’esame degli sfidanti sui territori dovrà essere esaminato entro sabato.
Le primarie per decidere i parlamentari si terranno sabato 29 o domenica 30 dicembre. La scelta spetterà alle singole sezioni regionali del Pd. Per partecipare alle consultazioni gli amministratori pubblici in carica dovranno chiedere una deroga al partito: dovranno seguire questa procedura i parlamentari europei, i sindaci dei comuni con più di 5mila abitanti, i presidenti di municipi e circoscrizioni delle città metropolitane, i presidenti di Provincia e Regione, gli assessori e i consiglieri regionali in carica. Il sindaco Guerini dovrà dunque presentare regolare domanda a Roma se vorrà accettare la sfida delle primarie. Per correre in questa competizione i candidati dovranno raccogliere delle sottoscrizioni (dal 3 al 5 per cento) degli iscritti Pd alle federazioni provinciali, poi già sabato le direzioni provinciali selezioneranno chi può correre. Un passaggio delicato che costringerà il sindaco di Lodi a rompere gli indugi nel giro delle prossime ore. E sono ormai in molti, tra esponenti della giunta municipale e suoi stretti collaboratori, che rivelano la volontà di Guerini di provare a mettersi in gioco e puntare su uno scranno di Montecitorio. Dovrebbe dimettersi dal ruolo di primo cittadino, con la conseguenza di provocare lo scioglimento del consiglio e della giunta municipale. A Lodi arriverebbe il commissario prefettizio, un funzionario ministeriale che probabilmente verrebbe mandato da Roma. Il ruolo del commissario sarebbe quello di traghettare Lodi verso le elezioni comunali, in una data che sarà da definire. La possibilità è che nel corso del 2013 i lodigiani debbano essere chiamati alle urne per le regionali, per le politiche e persino per il sindaco.
Manovra più complicata invece per Guerini entrare nel “listino bloccato”, un elenco di nomi di fiducia del leader Bersani che inserirebbe in fascia alta nelle liste elettorali, con grande probabilità di elezioni. Questi politici non dovrebbero sottoporsi al giudizio delle primarie. Accederanno a questa corsia preferenziale circa il 10 per cento dei nomi. Difficile per il sindaco di Lodi entrare a fare parte di questa platea di privilegiati. Guerini è stato infatti uno dei maggiori sponsor lombardi del “rottamatore” Matteo Renzi, schierandosi contro le scelte del segretario nazionale del Pd.
Il Pd ha deciso di fare le primarie il 29 o 30 dicembre per selezionare i politici che correranno per Camera e Senato. Gli amministratori pubblici in carica dovranno chiedere una deroga al partito
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