Il marchio «tortionata» appartiene alla società Tacchinardi Srl: lo ha stabilito, dopo una causa iniziata nel 2005, la prima sezione civile della corte di cassazione.
Ad avviare 11 anni fa in contenzioso sulla torta di Lodi, a base di mandorle appena tostate, era stata L’Arte Pasticcera di Enrica Mazzucchi di Lodi Vecchio, che aveva citato innanzi al tribunale di Milano la Tacchinardi Srl e la Snc Angela Ruffini chiedendo che venisse “accertata e dichiarata la nullità del marchio «tortionate»” da loro utilizzato perché “registrato posteriormente al marchio «tortionata» di cui era titolare L’Arte Pasticcera”.
La Snc Ruffini però si costituiva sostenendo che il dolce tortionata era riferibile fin dal 19esimo secolo alla produzione della pasticceria Tacchinardi di Lodi, ceduta dal 1955 da Gaetano Tacchinardi ai fratelli Gian Paolo e Pier Antonio Griffini, che nel 1958 avevano registrato il brevetto per marchio d’impresa «tortionate». Nel 1980 l’azienda era stata affittata a Luigi Mazzucchi (padre delle titolari de L’Arte Pasticcera) che nel 1988 aveva depositato il marchio «tortionata» mantenendone la titolarità anche successivamente allo scioglimento dell’affittanza. La società Ruffini aveva acquisito l’esercizio commerciale da Gloria Meani (vedova Griffini) il 6 aprile 1993 “con tutti i correlativi diritti di proprietà industriale, compreso il marchio «tortionate»”. Si costituiva in giudizio anche la Tacchinardi Srl, che nel 2005 aveva acquisito l’azienda di piazza Vittoria dalla Ruffini.
La sentenza di primo grado però nel 2007 dichiarava la nullità del marchio «tortionate» appartenuto a Ruffini e poi ceduto a Tacchinardi, intimava alle due società di non utilizzare il dominio Internet tortionate.it e le autorizzava a usare il marchio «tortionata» solo in provincia di Lodi e non per prodotti destinati alla grande distribuzione organizzata.
Una sentenza che però non aveva soddisfatto del tutto neppure L’Arte Pasticcera, che ricorreva in appello. Ma nel 2010, colpo di scena, la sentenza di secondo grado dichiarava la nullità proprio del marchio «tortionata» de L’Arte Pasticcera, in quanto “il preuso del segno di fatto «tortionata» da parte di Tacchinardi” sarebbe stato idoneo a “privare di novità” la registrazione di marchio del 1988 di Mazzucchi, ma rigettava anche alcune richieste avanzate dalla Tacchinardi Srl, a sua volta intervenuta nell’appello, tra le quali il risarcimento di danni già patiti e futuri.
A questo punto Tacchinardi Srl è ricorsa in Cassazione, lamentando tra l’altro il mancato accertamento della contraffazione nell’uso del marchio da parte della Pasticceria Mazzucchi Srl, che nel frattempo aveva incorporato L’Arte Pasticcera, e chiedendo anche una quantificazione dei danni.
La Cassazione premette che correttamente la corte d’appello “ha riconosciuto la notorietà ultra locale del marchio «tortionata»“ in quanto la torta risultava inserita nella «Garzantina» dei prodotti tipici d’Italia con l’indicazione che era “una specialità esclusiva della pasticceria Tacchinardi fin dal 1885” e che quindi risulta “un marchio di fatto preesistente della Tacchinardi”.
La Suprema corte quindi accoglie la domanda di accertamento della contraffazione avanzata da Tacchinardi Srl, ritenendo che il marchio «tortionate» registrato nel 1958 possa ritenersi contraffatto da quello «tortionata» registrato successivamente nel 1988, in quanto “marchio in forma modificata che non ne altera il carattere distintivo” e ribadendo che “l’uso di un marchio altrui con delle minime differenze costituisce contraffazione”.
La Cassazione quindi annulla la sentenza della corte d’appello nella parte in cui non ha accertato contraffazione e danno, e dispone che la corte d’appello di Milano, ma con giudici diversi, si pronunci con una nuova sentenza, ma alla luce di queste nuove indicazioni. Dovrebbe essere l’ultima battaglia.
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