Tadi chiude la porta a ogni alleanza

Il candidato: «Non abbiamo intenzione di cambiare

il nostro “Dna”, l’obiettivo del nostro lavoro non era certo quello di contrattare una sedia o un incarico»

Porte chiuse ad ogni accordo. Per Sergio Tadi non c’è possibilità d’intesa con i partiti. Il candidato sindaco “100 per cento civico” lascerà libertà di voto al ballottaggio. «Non faremo apparentamenti con le forze politiche. Abbiamo ricevuto la fiducia da tanti elettori sulla base del nostro programma e non abbiamo intenzione di cambiare il nostro “Dna” – spiega l’ex Pdl -. L’obiettivo del nostro lavoro non era certo quello di contrattare una sedia o un incarico. Ci siamo candidati per rispondere alle esigenze della città e riteniamo che in questo momento i partiti non abbiano le caratteristiche per fare l’interesse dei cittadini».

Al primo turno delle elezioni comunali Tadi ha sfiorato il 10 per cento, un bagaglio di consensi che farebbe molto comodo al centrodestra per cercare di risalire la china e lanciare la “scalata” al Broletto. Ma al momento la strada per Giuliana Cominetti, sostenuta da alcune liste civiche oltre che da Pdl e Lega, è davvero in salita. Deve cercare di rincorrere Simone Uggetti e recuperare il pesante distacco del 9 per cento.

Un’impresa non facile. Per questo già ieri ci sono state diverse riunioni nella coalizione di centrodestra, al fine di elaborare una strategia efficace.

Occhi puntati anche su un altro dei candidati alla poltrona di sindaco: Andrea Dardi di Fratelli d’Italia, che insieme al Partito Pensionati - e con una campagna elettorale a tappeto - ha sfiorato il 4 per cento. In questo momento, Dardi temporeggia e non esclude nulla, allo stesso tempo precisa di non essere ancora stato contattato dagli avversari.

Difficile, in ogni caso, l’alleanza con Cominetti, sostenuta dal Pdl: tra Fratelli d’Italia e Popolo della libertà, come è noto, non corre buon sangue e spesso volano “fendenti”. Nel caso in cui Dardi dovesse decidere di scartare qualsiasi apparentamento, e nel caso in cui dovesse vincere Uggetti, riuscirebbe ad entrare in consiglio comunale.

Tra i partiti del centrosinistra invece l’euforia è alle stelle. Sono in molti a ritenere di avere ormai la vittoria in tasca. E la coalizione capeggiata da Uggetti potrebbe anche fare a meno di ogni tipo di alleanza, successiva al primo turno. Gli apparentamenti vanno dichiarati entro sette giorni dal voto, questo significa che dovranno essere comunicati entro domenica. Nel caso di un accordo, il centrosinistra perderebbe alcuni consiglieri, a beneficio delle forze con cui verrebbe siglata l’intesa.

Intanto cominciano già le prime “manovre” per una possibile giunta con sindaco Uggetti. Sembra molto probabile un ingresso con l’incarico di vice di Silvana Cesani, punto di riferimento della lista “Lodi Comune Solidale” e regina delle preferenze. Dovrebbe guadagnare un posto in squadra anche Andrea Ferrari, ex assessore alla cultura e premiato con un grande numero di voti personali. Quasi sicura anche la riconferma per il geometra Enrico Brunetti, che potrebbe tornare a guidare gli uffici tecnici dell’ente. Un’incognita la rappresentanza dell’ala moderata del Pd: i nomi più gettonati in circolazione sono quello dell’esponente cattolica Simonetta Pozzoli e di Gianmaria Mondani del Pd. Per Sel, invece, la candidata in pole position per un ruolo di primo piano in giunta è la libraia Michele Sfondrini, ma non sono escluse “new entry”.

Matteo Brunello

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