Tangenziale di Lodi, un “groviera”

La tangenziale di Lodi si sbriciola sotto le ruote di macchine e camion che sfrecciano a tutta velocità. Quasi nessuno rispetta il limite dei 70 chilometri orari. Ad avere la peggio sono gli svincoli, basta procedere da Milano verso Crema per rendersene conto.

A San Grato, per esempio, alla svolta che porta al comparto produttivo - dove si trovano l’Ibsa e la concessionaria della Toyota - gli automobilisti sono accolti da un tappeto di sassi e cemento ridotto a piccoli cubetti.

Se dal finestrino si guarda verso destra, si notano le buche rattoppate senza troppa cura, dal momento che il dislivello permane; si deve poi fare i conti con i sacchetti dell’immondizia abbandonata e i “copricerchioni” delle auto lasciati a margine della carreggiata. Tutto questo mentre i veicoli transitano come “missili”, incuranti del fatto che in quel punto l’asfalto non è in ottime condizioni.

Più avanti, in corrispondenza dello svincolo per il polo universitario, la situazione non è molto diversa. Anche in questo caso, infatti, oltre alla serie di piccole buche ci si imbatte nella presenza di sassi e catrame.

Imboccando la tangenziale nel senso opposto, da Crema verso Milano, gli automobilisti non si troveranno di fronte a grossi crateri. Dovranno però stare attenti ad evitare le piccole ma insidiose buche disseminate sulla carreggiata. Piccole, appunto, ma profonde.

La striscia d’asfalto più compromessa sulla tangenziale di competenza dell’Anas sembra essere quella compresa tra l’uscita per l’ospedale Maggiore e il depuratore cittadino. Anche nel tratto che precede la caserma dei carabinieri si nota l’asfalto a “groviera”, un asfalto che ha ceduto nonostante sia meno usurato rispetto a quello presente in altri punti della tangenziale.

Anche in direzione Milano è evidente che alcune buche siano già state coperte per evitare il peggio. È impossibile ignorare la sporcizia lasciata ovunque, sul ciglio della strada o verso i campi.

Nelle scorse settimane i residenti di Lodi hanno segnalato la presenza di buche pericolose anche in città. In alcuni casi i conducenti hanno dovuto portare l’automobile dal meccanico a causa del “colpo” subito. Tra i casi più eclatanti quello di corso Mazzini - segnalato a più riprese dai nostri lettori - caratterizzato da una serie di voragini temute da tutti gli automobilisti.

Greta Boni

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