TAVAZZANO Il cibo e un’espressione blasfema, poi l’aggressione con il coltello
Si chiariscono i dettagli che hanno portano un 60enne a colpire il coinquilino
Il cibo ed un’espressione blasfema. Sembrano queste le motivazioni che hanno portato un 60enne di nazionalità egiziana ad aggredire e accoltellare all’ora di pranzo di domenica un connazionale 39enne suo convivente. La vicenda è venuta a galla nella giornata di ieri, mentre oggi, martedì 25 maggio, i carabinieri hanno reso noto nel dettaglio quanto accaduto. Intorno alle 12.30 i due stavano per pranzare quando, proprio per motivi legati al cibo, hanno iniziato a battibeccare. Al 39enne, al culmine della lite, sarebbe scappata un’espressione blasfema che ha irritato e non poco il 60enne che ha così brandito un coltello rivolgendosi verso il coinquilino. Quest’ultimo è riuscito a parare il colpo diretto al petto frapponendo il braccio sinistro, poi medicato con 12 punti di sutura, prima di ricevere anche una serie di ombrellate. Ad allertare i soccorsi è stato invece una terza persona, amica del 39enne, accorso subito sul posto. Il 60enne intanto si era rifugiato in camera da letto e non voleva uscire. Prima però ha nascosto il coltello sopra un mobile, pulendolo dal sangue, e preparato valigie e passaporto. Subito fermato, l’aggressore, che già nel 2017 era stato condannato a due anni di reclusione per aver colpito alla testa con un bicchiere il figlio, è stato condotto alla casa circondariale di Lodi con l’accusa di tentato omicidio. Domani, mercoledì, si attende il verdetto del giudice.
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