Torna al lavoro ma resta la paura per il tassista colpito a martellate a Lodi

CORAGGIO La violenza domenica 18 agosto, la sentenza per l’aggressore il 25 settembre

La paura c’è, quella non se ne va. E c’è anche la rabbia e il dolore, per le botte prese. Quelle per cui sta facendo fisioterapia. È tornato però al volante, perché «nessuno mi risarcirà per quanto è avvenuto». E impegni e scadenze restano. È tornato al volante, in servizio, Sidorel Qama, tassista lodigiano 38enne, aggredito a colpi di martellate, sul suo taxi, in via Cosway, nel quartiere San Fereolo, domenica 18 agosto. Il viaggio della paura era iniziato a San Donato, al terminal della metro, quando Qama aveva accettato la corsa di un giovane passeggero (25enne ) che aveva chiesto di arrivare a Lodi, perché, aveva raccontato, aveva perso il treno per tornare a casa.

Si era fatto condurre a San Fereolo e aveva fatto fermare il mezzo in via Cosway, poi l’imponderabile. Aveva sfoderato un martello e iniziato a sferrare colpi all’indirizzo dell’autista, che era riuscito a disarmarlo e a mettersi in salvo. Il giovane era stato fermato poco dopo, con l’arresto convalidato il giorno seguente dal Tribunale di Lodi.

Il 25enne, incensurato, con un lavoro da magazziniere a Carpiano, era stato mandato agli arresti domiciliari. E per la prossima settimana è attesa la sentenza.

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Sidorel Qama è tornato al lavoro domenica, ancora dolorante. «Faccio poche ore al giorno, sempre al solito orario, tra il tardo pomeriggio e la sera - ha raccontato ieri a Il Cittadino - : sono ancora dolorante, sto facendo fisioterapia, ma non potevo permettermi di stare fermo altri giorni, dopo i venti già fatti. Chi mi risarcisce per quanto perdo? Nessuno credo. Peraltro ritengo incredibile che ci sia un’accusa di tentato omicidio». Al volante però oggi c’è il timore, quello nato da un’esperienza traumatizzante. «Non pensavo, ma il timore c’è - ha raccontato ieri - : ieri sera poi, quando ero di nuovo a San Donato Milanese, prima di tornare a casa. Ho preso la corsa di un altro giovane ragazzo, in tutto e per tutto simile a quello che mi ha aggredito. La destinazione era Melegnano, per me quindi sulla strada di casa, verso Lodi. E mi ha fatto effetto. Forse ci vorrà qualche mese per smaltire, forse anche di più. Il medico di base mi ha consigliato qualche colloquio psicologico per superare lo choc, vedremo. Intanto, sono costretto a riprendere a lavorare e mi auguro di non trovarmi più in una situazione simile, anche perché la sicurezza rimane un problema».n

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