Tredici profughi nel Lodigiano,ma molti se ne sono già andati
L’emergenza profughi ha toccato anche il Lodigiano: sabato pomeriggio 13 tunisini sono approdati in quattro comuni del Lodigiano in una operazione coordinata dalla Prefettura di Lodi. Dalla Provincia però è già polemica: «Non sapevamo nulla del piano clandestini destinato al nostro territorio e non eravamo d’accordo, - ha tuonato il numero uno di Palazzo San Cristoforo Pietro Foroni - anche perché non ci sono adeguate garanzie e di queste persone non sappiamo nulla».
Bertonico, Castiglione, Cervignano e Corte Palasio: questi i comuni che hanno accolto i giovani ragazzi tunisini prelevati a Bresso venerdì sera dalla Protezione Civile fra i 200 tunisini in arrivo dal campo di Santa Maria Capua Vetere. Bertonico ne ha accolti due come Castiglione mentre Cervignano e Corte Palasio hanno preparato alloggi per cinque e per quattro tunisini. Nei paesi coinvolti in queste ore non si parla d’altro e il dubbio è sempre lo stesso: «Ma ne arriveranno altri?!».
Hanno accolto i tunisini i sindaci di Bertonico Verusca Bonvini, di Castiglione Umberto Daccò, di Cervignano Pietro Bodini Inicco e l’assessore di Corte Palasio Dario Maddé.
Dei tredici giovani arrivati, qualcuno ha già tagliato la corda mentre altri potrebbero migrare altrove nelle prossime ore. Si tratta di immigrati a cui è stato assegnato regolare permesso di soggiorno con validità di sei mesi, per cui sono liberi di circolare e spostarsi. Detto, fatto: domenica mattina i due ospiti castiglionesi sono partiti dopo un caffè e anche a Corte Palasio due dei quattro stranieri accolti se ne sono andati mentre a Bertonico ieri mattina ne era rimasto uno soltanto.
L’ira del presidente Foroni intanto non si placa e, informato soltanto alle 13.15 di sabato dell’arrivo dei clandestini, ormai già approdati sul territorio, ha affondato: «In considerazione di tutto questo, la Provincia prenderà le distanze da ogni responsabilità che dovesse emergere nel futuro». Infine la stoccata dell’assessore provinciale Matteo Boneschi: «Ho trovato irrispettoso l’atteggiamento che ha visto i volontari della protezione civile convocati d’urgenza a Bresso, dove poi hanno dovuto attendere ore e, mi è stato riferito, che si sono dovuti anche pagare il pasto di tasca propria».
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