Nella lotta ai tumori la Bassa è ancora lontana. Soprattutto per quanto riguarda il cancro al polmone nei maschi. È migliorata, invece, la situazione a Lodi e nell’area a nord della provincia. A dirlo è la mappa dei tumori disegnata dall’Azienda sanitaria di Lodi nel suo documento di programmazione 2011, che è stato presentato, nei giorni scorsi, alla conferenza dei sindaci. Il dato preso in considerazione, per la mappa, è il 2005. Se si guarda però la distribuzione 2009 delle patologie nei distretti di Lodi, Basso Lodigiano e Sant’Angelo, la situazione è confermata. Rispetto al totale degli assistiti, la prevalenza dei casi, in tutta la provincia è del 3,2, a Lodi è del 3,1 per cento e a Sant’Angelo del 3,0, mentre nel Sud della provincia la percentuale sale al 3,4. Spesso si è parlato della correlazione evidente tra inquinamento e malattie. La città principale della Bassa, Codogno, registra costantemente un aumento di valori delle polveri sottili maggiore che nel resto della provincia. È a chiedersi come mai è il neo sindaco Vincenzo Ceretti. «Siamo consapevoli - commenta - del forte legame tra patologie e inquinamento. Per questo, abbiamo messo nel nostro programma elettorale una forte attenzione alla qualità dell’aria. Abbiamo rilevato l’esigenza di un monitoraggio più sistematico degli inquinanti, compresa un’analisi sulle ragioni di questo record di polveri. Vogliamo capire se si tratta di una ragione geografica, legata al traffico o ad altro. Ci siamo promessi di migliorare l’informazione ai cittadini in questo settore e lavorare sulla prevenzione, in particolare nei soggetti a rischio. Per il resto, le dinamiche dell’inquinamento atmosferico sappiamo che non sono governabili solo a livello locale. Di sicuro, la variante della 234, toglierà il traffico veicolare dal centro, che resta un problema: dobbiamo incentivare la mobilità a piedi e in bicicletta. Si tratta di vedere però se questo espediente, da solo, basta ad abbassare il livello degli inquinanti. Dobbiamo davvero ragionare sul perché a Codogno i livelli di Pm10 sono sempre così alti. Capire per intervenire».
Per quanto riguarda il tumore al polmone nelle femmine, la situazione lodigiana pare essere capovolta rispetto all’andamento della patologia nei maschi: lo zoccolo duro è al nord, mentre una situazione più favorevole, in linea con quanto accade nel capoluogo, si registra al Sud.
Alla conferenza dei sindaci l’Asl ha presentato anche i dati dell’analisi condotta, nel 2007, su richiesta della procura della Repubblica, relativi agli effetti della centrale termoelettrica di Tavazzano. «Le rilevazioni e gli studi epidemiologici - recitavano le conclusioni della ricerca - non hanno fatto emergere effetti rilevabili collegati alla presenza della centrale. La distribuzione dei decessi per tumore polmonare nei maschi si è dimostrata del tutto indipendente dalle ipotesi di un collegamento con la distribuzione dell’inquinante, nelle femmine addirittura la contraddice, suggerendo, invece, una classica distribuzione da fumo di tabacco». «La mortalità per tumore polmonare nei maschi - recita inoltre l’Asl nel suo documento di programmazione, citando l’analisi “Aria e salute 2008” - ha subito un leggero miglioramento confrontando il 2005 con il 1999, mantenendo nell’area settentrionale una mortalità minore, rispetto alla media provinciale. Anche per le femmine il miglioramento è stato lieve, ma l’andamento è risultato, sia nel 1999 che nel 2005, opposto a quello registrato per i maschi. La distribuzione della popolazione femminile richiama il ben noto “effetto metropoli” per quanto riguarda il fumo di tabacco». Solo una maggiore estensione dell’atlante dei tumori, per ora fermo all’inizio del 2000, potrà darci delle risposte. E l’Asl ha promesso di dare un’accelerata.
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