«La piscina della Faustina era un tema di grande preoccupazione»: così ha ricordato ieri in tribunale a Lodi l’ex sindaco Simone Uggetti, che ha fatto dichiarazioni spontanee dopo che il giudice Lorenza Pasquinelli ha chiesto a diversi testimoni quale rapporto ci fosse tra il Comune di Lodi e la Sporting Lodi. La società a favore della quale, secondo la guardia di finanza e il pm Laura Siani, era stato pilotato il bando per la gestione estiva delle due vasche scoperte di via Ferrabini e del Belgiardino.«Il rapporto con la società era nato a seguito del bando del 2007 per la costruzione in project financing di un grande impianto natatorio che la città aspettava da tempo - ha spiegato l’ex sindaco -. Il Comune garantiva con fideiussione l’intero impegno della costruzione e un contributo annuo di 300mila euro al gestore. La Sporting Lodi quando si era aggiudicata la costruzione e la gestione per 35 anni era costituita al 90 per cento dalla coop Iter Ravenna e per il 10 da Eurosporting, ma all’apertura, il 19 ottobre 2013, era previsto che le percentuali avrebbero dovuto ribaltarsi. Ciò però non avvenne per contrasti tra i due soci. Ci ritrovammo con una perdita di 600mila euro, tre rate del mutuo con la Banca Popolare non pagate, con il rischio che diventasse “incagliato” e non più negoziabile. E così il 30 dicembre 2014 Iter ha venduto il suo 90 per cento, per una metà acquisito da Astem Spa e per l’altra dalla Sport 64 del figlio di Luigi Pasquini e di Igor Piovesan. Quindi è stato rinegoziato il mutuo con la banca, da 20 a 30 anni e riducendo la rata annuale da 800 a 600mila euro. Ecco perché il Comune aveva una particolare attenzione per Sporting Lodi».
Tra i testimoni ascoltati ieri il presidente di Astem Spa Cristiano Galletti, fino ad agosto del 2016 presidente anche della Sporting Lodi (ma estraneo a ogni accusa), Giovanni Ligi, dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Sergio Tosi, presidente della Sport Management di Verona e Gigi Bisleri, storico (ed ex) presidente Wasken Boys.
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