Un cuore plasmato dalla missione, quello di don Luigi Cabrini, le cui esequie sono state celebrate ieri alle 14 in Cattedrale.
Lo ha detto il direttore del Centro missionario diocesano don Luca Maisano, che alla fine della cerimonia ha letto stralci dalle lettere scritte dallo stesso don Cabrini dal Sud America negli anni Novanta. Una vita spesa davvero per la missione, con l’attenzione ai poveri del Brasile fino agli ultimi suoi giorni.
Don Cabrini si è spento infatti sabato mattina all’ospedale di Codogno, dove era appena stato ricoverato per accertamenti; dei suoi 84 anni e 61 di sacerdozio, ne aveva vissuti 10 in Svizzera, venti in Germania, sette come “fidei donum” in America Latina, Guatemala ma soprattutto Brasile. Dal 2001 aveva continuato il servizio in diocesi (anche come Cappellano dell’Ospedale) mai dimenticando le famiglie povere della missione, e dal 2008 era collaboratore a San Lorenzo. «È stato accolto come in famiglia dai sacerdoti e da chi lo aveva conosciuto in gioventù», ha detto ieri nell’omelia monsignor Iginio Passerini, vicario generale. A San Lorenzo infatti don Cabrini era già stato da giovane coadiutore e ora vi risiedeva, collaborando con don Attilio Mazzoni, don Stefano Chiapasco, don Emilio Contardi e don Roberto Vignolo che ieri hanno concelebrato la messa presieduta da monsignor Claudio Baggini, vescovo emerito di Vigevano. Presenti anche altri sacerdoti vicini a don Cabrini per l’impegno in diocesi e per le missioni, e insieme alla famiglia erano tanti i fedeli di San Lorenzo e quelli arrivati da Senna Lodigiana con il sindaco Francesco Antonio Premoli; a Senna, suo paese d’origine, don Cabrini è tornato per la sepoltura. Monsignor Passerini ha espresso un «grazie» speciale alla signora Giannina che di don Luigi si è occupata negli ultimi anni, e citando le Scritture ha concluso: «E’ mancato il 29 settembre nella festa degli Arcangeli, che oggi lo accompagnano all’incontro con il Signore. E lo accoglie Santa Teresa del Bambin Gesù patrona delle missioni, la cui festa è proprio oggi, insieme a tutti coloro che egli ha condotto alla grazia». Leggendo le lettere dalla missione infine, don Maisano èha fatto risuonare la voce di don Luigi: «La via della felicità francescana dei Fioretti, gioia e sofferenza insieme, come la missione, luogo di realizzazione della vocazione e insieme di fatica. Dall’ordinazione voleva essere ogni giorno «tutto a tutti». E raccontando ciò cui era chiamato quotidianamente, scriveva: “Vivo la missione in missione”».
Raffaella Bianchi
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