Una garza nel piatto con lo spezzatino. A trovarla è stato un bambino della scuola elementare Pascoli, alcuni giorni fa. La dietista del Comune e gli operatori dell’Asl sono approdati subito nella scuola di via Veneto. La garza è stata insacchettata e consegnata per le analisi a palazzo Broletto che gestisce il servizio pasti. Il reperto è stato sottoposto ad esame, ma gli esiti saranno disponibili solo oggi. Da un primo esame, però, sembra si tratti di un residuo utilizzato in macelleria. «La settimana scorsa - spiega il Comune in una nota - un bambino di II ha trovato nello spezzatino un brandello di stoffa tipo garza: il reperto è stato recuperato; è stato avvisato l’ufficio d’igiene dell’Asl ed il brandello è stato avviato ad analisi di laboratorio. Gli esiti dovrebbero essere disponibili da domani (oggi, ndr): in ogni caso, ad un primo esame, sembra si tratti di un residuo dell’involucro della carne, una stoffa fatta apposta per gli alimenti ed usata nelle preparazioni di macelleria industriale». Secondo le prime ricostruzioni, sembra che la ditta Serist riceva la carne sottovuoto, già tagliata e sigillata. Quando è stata immersa nel sugo i cuochi non si sono accorti che era rimasto un residuo di garza attaccato a un pezzo di carne. Fortuna vuole che il bambino, ormai alla fine del pasto, se ne sia accorto e non l’abbia ingoiata. La scuola però ha seguito la procedura prevista in questi casi. Le docenti hanno allertato subito il Comune che ha fatto prelevare il pezzo. Nei giorni successivi sono state chiamate le insegnanti per il riconoscimento del brandello. Sono stati fatti anche degli esperimenti per capire cosa potesse essere l’oggetto individuato, provando a “cuocere” diversi tipi di cerotto. Hanno escluso subito che si trattasse di un banale cerotto da dito perché quest’ultimo si incollava alla pentola.
Spesso i genitori si lamentano per il cibo della mensa, osservando una diminuzione di qualità rispetto a quello degli anni scorsi. Maria Fraschini, docente delle Pascoli ed esponente della commissione mensa non è d’accordo: «Io mangio in mensa tre volte alla settimana - dice - e il cibo mi sembra buono. L’unico problema è rappresentato dai conchiglioni, un nuovo tipo di pasta che è stato introdotto e che scuoce facilmente. Per il resto, invece, va bene. Hanno introdotto anche le farine integrali e i cibi a filiera corta, nel rispetto della sostenibilità ambientale. È una dieta equilibrata e ricca. Noi cerchiamo di far capire ai bambini che devono assaggiare un po’ di tutto. Io dico sempre loro che la bocca è come i muscoli in palestra. Bisogna allenarli per renderli in grado di apprezzare i sapori nuovi. Purtroppo in Italia siamo abituati male e quello della cultura alimentare è un tema difficile da far passare. L’unico neo qua resta quello dell’acqua in bottiglia. Il Comune però ci ha assicurato che entro fine anno anche nel nostro circolo arriverà l’acqua del rubinetto».
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