Unieuro se ne va, 14 senza lavoro

Firmata la cassa integrazione, partirà da ottobre

Unieuro se ne va dal My Lodi, ormai è ufficiale ed è stata firmata mercoledì mattina a Milano la cassa integrazione straordinaria di un anno per i 14 dipendenti del punto vendita nel centro commerciale. Solo un inatteso accordo dell’ultima ora per una riduzione dell’affitto potrebbe salvare il negozio di elettronica. La cassa scatterà il 1 ottobre e avrà durata 12 mesi, ma al momento il futuro dei dipendenti è un’incognita.

Unieuro ha già dato disdetta dal contratto di affitto, in scadenza in autunno, ed è in cerca di una nuova sede che non necessariamente sarà nel Lodigiano. Alla base dell’addio ci sarebbe un canone di locazione troppo alto e una concorrenza agguerrita nel settore dell’elettronica di consumo. Il problema era emerso già a inizio anno e Unieuro si era dichiarata pronta a ritornare sui suoi passi qualora fossero cambiate le condizioni economiche dell’affitto, ma in questi mesi nessun passo in avanti è stato fatto, tanto che mercoledì mattina sindacati e azienda hanno dato il via alla pratica per la cassa integrazione straordinaria.

«Tecnicamente si tratta di un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti i 14 lavoratori, e sul dopo si vedrà - afferma il segretario della Filcams Cgil Angelo Raimondi -. L’azienda ci ha confermato la volontà di cercare una nuova sede nel Lodigiano o nel Cremonese, ma c’è qualche dubbio sul fatto che riesca a trovare una sistemazione soddisfacente, e francamente ci sono delle perplessità. Il rischio è che al termine dell’anno di cassa non ci sia altro che la mobilità per i lavoratori».

La speranza più concreta è che possano aprirsi delle possibilità d’impiego in altri punti vendita Unieuro del milanese o di altre province vicine. Proprio un paio di lavoratori avrebbero già avuto l’indicazione di un passaggio diretto su un punto vendita di Milano. Sembra al momento difficile però una ricollocazione immediata di tutti e 14 i lavoratori, anche perché diversi altri negozi della catena di elettronica sono in sofferenza. La strategia dell’azienda era, e formalmente è ancora, rivolta a trovare una nuova sede in cui trasferire l’intera forza lavoro e la cassa integrazione sarebbe uno strumento per consentire una ricerca senza affanni del nuovo punto vendita nell’area lodigiana e cremonese. Quasi impossibile un accordo dell’ultima ora con la proprietà del My Lodi, centro commerciale in cui anche altre vetrine rischiano di restare presto vuote.

«Al momento ci pare che l’ipotesi più probabile sia la perdita di quei 14 posti di lavoro, almeno per il Lodigiano - spiega Angelo Raimondi -. I lavoratori coinvolti non sono tanti, ma oltre la loro situazione personale che si farà difficile, bisogna anche mettere in conto che questi sono altri 14 posti persi nel commercio nel Lodigiano. La situazione complessiva si fa sempre più difficile».

Andrea Bagatta

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