
Via l’obbligo della mascherina all’aperto, ma a Lodi domina la prudenza
In molti, giovani e meno giovani, continuano a indossare il dispositivo di protezione individuale per le vie del centro
Federico Gaudenzi
Da due anni, ormai, viviamo con la compagnia costante della mascherina. In Italia, il dispositivo di protezione individuale che si è rivelato così indispensabile nella lotta alla pandemia è rimasto sempre obbligatorio nei luoghi chiusi, e per lunghissimi periodi è stato obbligatorio anche per le strade.
Poche le multe, a dire, il vero: incrociando un uomo in divisa senza mascherina, al massimo si veniva redarguiti con uno sguardo accigliato e un dito puntato verso la bocca, o un «la mascherina» sussurrato a mezza voce, per ricordare l’obbligo al cittadino distratto. Eppure, quest’opera di persuasione costante, unita alla consapevolezza che in qualche modo la mascherina è utile, ha fatto sì che si trovassero persone mascherate anche se intente a passeggiare in solitudine nella campagna, oppure alla guida di un’automobile senza passeggeri.
Di fatto, è diventata un’abitudine che ora sembra difficile levarsi.
Nonostante sia stato cancellato l’obbligo della mascherina all’aperto, da una manciata di giorni, nel weekend lodigiano ancora non si vedevano guance, labbra e menti in libertà.
Persino i ragazzini, sabato sera, si abbassavano la mascherina per sbaciucchiarsi sulle guance a mo’ di saluto, ma poi la rimettevano quasi fosse un prolungamento del corpo.
I ragazzi che hanno fatto i conti con la Dad, con il coprifuoco, con le discoteche chiuse, e hanno accettato tutto questo in silenzio, ora in silenzio continuano a indossare la maschera, entrata ormai nella quotidianità.
Qualcuno dice che altrimenti non saprebbe dove metterla, qualcuno nemmeno si ricorda, qualcuno dice che tanto non ha senso toglierla per indossarla di nuovo non appena si entra in un locale, per poi levarla quando ci si siede al tavolo.
Forse, la vera svolta avverrà alla fine del mese prossimo, quando anche al chiuso si potrà tornare quasi alla normalità, chiedendosi se è stato più facile abituarci alla pandemia e ai suoi obblighi, oppure se è più facile tornare alla vita di prima, alle strette di mano e agli abbracci senza paura.
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