Violenze di coppia in casa: oltre 250 casi registrati dal Pronto soccorso

Cifre da capogiro nel 2024, l’Asst rinnova la procedura e rafforza l’assistenza

Lodi

Oltre 250 casi di violenza domestica di coppia in pronto soccorso nel 2024. Si tratta di cifre in aumento che preoccupano. Nel 2022, infatti, i casi erano stati 187. L’Asst ha messo a punto un nuovo protocollo d’intervento e ha in programma un rinnovo della formazione per tutti i suoi operatori. Referente aziendale per la violenza di genere è Barbara Grecchi. «Dall’1 novembre 2023 al 31 ottobre 2024 - spiega quest’ultima - abbiamo avuto 252 accessi per violenza domestica di coppia (187 femmine e 65 maschi, 188 italiani e 64 non italiani), 186 nel pronto soccorso di Lodi e 66 in quello di Codogno.

Le violenze domestiche di coppia vengono identificate con il codice viola. I dati del 2023 non sono confrontabili perché c’era stata una variazione informatica, ma nel 2022 erano stati 187». C’è stato un aumento di 65 episodi violenti. «Tutti gli operatori - spiega la dottoressa Grecchi - sono stati formati e ora, nel 2025, ripeteremo la formazione a tappeto, dal pronto soccorso a tutti gli altri dipartimenti coinvolti, questo per presentare le nuove procedure che sono state appena licenziate, poi torneremo con un ulteriore affondo formativo in pronto soccorso, ostetricia e ginecologia. Saremo anche firmatari del nuovo protocollo del territorio che sarà siglato da tutti gli enti, il 16 gennaio, in Comune, a Lodi. Il primo era stato siglato a maggio del 2014». Il percorso per chi arriva in pronto soccorso è molto definito. Il primo ad intervenire è il triagista. È l’infermiere che capisce subito i bisogni: capisce se i figli hanno assistito o subito violenza; se le donne non vogliono parlare, l’infermiere intuisce dai sintomi, dalla congruenza del racconto, dallo stato di agitazione o guardando lo storico degli accessi in pronto soccorso se si tratta di violenza. Quando il triagista assegna il codice viola, la donna attende la visita medica per non più di 15 minuti, in uno spazio riservato, per proteggerla dall’arrivo non raro del maltrattante. Il medico sottopone la donna al cosiddetto Da5, un questionario in tutte le lingue che valuta il rischio di recidiva. Se il risultato è pari o superiore a 3 la donna viene ricoverata anche in assenza di problemi clinici, altrimenti viene inviata al centro antiviolenza. Quando il rischio è alto l’attivazione viene fatta direttamente dal pronto soccorso, compreso il coinvolgimento delle forze dell’ordine e degli altri interlocutori della rete. La nuova procedura prevede l’introduzione dell’assistente sociale che fa da ponte tra il reparto e la rete antiviolenza territoriale e l’invio via Pec, in tempo reale, del referto all’autorità giudiziaria. Vengono utilizzate inoltre delle tavole realizzate con la comunicazione aumentativa e parole in tutte le lingue che aiutano l’operatore a calcolare il rischio nel caso non sia disponibile subito il mediatore culturale. «Il 2024 - conclude Grecchi - è stato un anno di grande lavoro di squadra tutti gli operatori. Oltre alla referente aziendale Barbara Grecchi, hanno un ruolo cruciale per il pronto soccorso di Lodi la dottoressa Maria Teresa Spina e la referente del triage Eni Bardhi,per il pronto soccorso di Codogno il coordinatore Giorgio Milesi, poi Anastasia Giuliani per l’area materno infantile e Laura Cuzzani per il consultorio».

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