Virus dei polmoni nei bambini, allarme nel Sudmilano
Nei reparti non ci sono più posti e i medici scrivono alla Regione
Virus dei polmoni e bronchioliti nei piccoli, la situazione peggiora. E dal Sudmilano partono l’allarme e la richiesta, a Regione Lombardia, di convocare un tavolo al più presto. I pediatri sono disponibili a dare una mano: la rete assistenziale pediatrica sta per cedere. All’ospedale di Lodi sono ricoverati 8 bimbi con il virus infettivo dei polmoni, 16 a Vizzolo, 9 a Melzo e 8 a Cernusco. In questi giorni sono già stati trasferiti pazienti alla clinica De Marchi e al Buzzi di Milano perché non ci sono più posti. «Da settembre - spiega la primaria di Vizzolo Paola Bruni - abbiamo ricoverato circa 30 bronchioliti. A settembre erano 5, a novembre sono diventati 16, l’incremento è stato importante. Abbiamo avuto una ventina di broncopolmoniti e polmoniti, alcune trattate anche con ossigenoterapia».
La Società italiana di pediatria sezione Lombardia, che ha come vicepresidente il primario di pediatria del Sudmilano Giovanni Maria Traina, ha diffuso un documento intitolato “Misure per contenere l’emergenza infettivologica pediatrica”. Le misure anti Covid, l’anno scorso, hanno bloccato la trasmissione di virus respiratorio sinciziale, rinovirus e influenza. Questi virus, scrive la società nel documento «sono generalmente responsabili di infezioni gravi nei bambini di età inferiore ai 2 anni, nei prematuri e nei bambini con malattie croniche».
Quest’anno sono tornati a circolare con una intensità mai registrata negli anni precedenti. Si è osservata ed è tuttora in corso, in Italia, «ma in particolare in Lombardia», dicono i pediatri, «un’epidemia di bronchiolite da virus respiratorio sinciziale e da virus respiratori che ha messo in grave difficoltà i pediatri e i reparti». La situazione ha nel sottofondo la «ripresa della pandemia da Covid nella popolazione dei soggetti suscettibili che comprende tutti i bambini sotto i 12 anni. I dati epidemiologici sulla diffusione dell’infezione influenzale, inoltre, indicano una tendenza a una rapida crescita, specialmente tra i bambini con meno di 4 anni. Il rischio, dicono i pediatri, è che l’andamento epidemiologico delle bronchioliti, del Covid e dell’influenza possa mettere in crisi la capacità di assistenza della rete pediatrica già in grave difficoltà a causa del Covid». Mancano i posti letto nelle pediatrie e nelle terapie intensive neonatali, risorse umane e apparecchi per ossigenoterapia ad alti flussi.
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