VIZZOLO Spaccio nelle campagne, le udienze durano da 5 anni

Documentati più episodi di vendita di eroina e cocaina

«Lo stupefacente analizzato ha un potere drogante pari a una dose»: una perizia potrebbe mettere la parola fine, comportando la riqualificazione dell’ipotesi di reato in “spaccio di modica quantità”, e quindi la prescrizione, del processo aperto da cinque anni in tribunale a Lodi a carico di un tunisino, J.R., 45 anni, e di due marocchini, S.M., 29 anni, e A.E.G.A., 42, accusati di costituire una “batteria” di venditori di eroina e cocaina nei campi del Sudmilano, da Vizzolo fino a Quartiano.

Le indagini erano iniziate nel 2015 e le manette ai polsi dei tre erano scattate nella primavera successiva, quando i carabinieri erano riusciti anche a sequestrare alcune bustine di polvere bianca. Un’operazione non facile, data l’elevata capacità del gruppo di nascondersi e fuggire tra campi e rogge, e anche la reticenza dei tossicomani. Molti dei quali, fermati dopo che si erano riforniti di stupefacenti, non sarebbero stati in grado di riconoscere compiutamente i sospettati negli album segnaletici. Riconoscimenti che ora, a sette anni di distanza dagli episodi, rischiano di diventare ancora più difficoltosi. Uno degli imputati intanto è diventato formalmente irreperibile. Oltre alla contestazione di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, sui tre grava anche l'ipotesi di violazione delle norme sull’immigrazione.

Il verdetto è atteso per l’anno prossimo. In udienza preliminare nessuno dei tre aveva preso in considerazione l’ipotesi di ricorrere a riti alternativi e i cinque anni finora passati dal rinvio a giudizio potrebbero paradossalmente premiare questa scelta. Toccherà al giudice valutare se l’analisi del quantitativo di sostanza sequestrato, ridotto e di scarsa qualità. potrà superare la copiosa documentazione relativa a presunte vendite di droga o se invece potrà essere adottata una linea garantista e quindi, riducendosi la pena, si avvicinerà la prescrizione, se non in primo grado, sicuramente in appello.

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