
Cronaca
Lunedì 04 Settembre 2023
CASTELNUOVO «Un modello d’accoglienza degli immigrati che funziona»
Il sindaco Marcello Schiavi presenta il lavoro fatto all’interno della casa cantoniera, oltre l’emergenza

Castelnuovo
La questione accoglienza non può più essere considerata solo un’emergenza.
Ma nel territorio un modello tutto lodigiano, pubblico, di integrazione ed inclusione strutturale esiste già dal 2017: ha sede a Castelnuovo, presso la ex casa cantoniera.
Nato come Centro di accoglienza straordinario – Cas (sulla base di un protocollo di intesa fra Provincia di Lodi, proprietaria dell’ex casa cantoniera concessa in comodato all’Azienda Consortile Servizi alla Persona, ente gestore, Fondazione Comunitaria quale finanziatore della ristrutturazione, e Comune, ente ospitante) e divenuto in seguito Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), oggi il centro castelnovese risulta un Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), progetto di accoglienza di secondo livello.
«Il progetto Casa Cantoniera è nato dall’esigenza di governare l’accoglienza dei migranti», spiega il sindaco di Castelnuovo Marcello Schiavi, interpellato sul tema alla luce delle pesanti ondate migratorie che si stanno di nuovo riflettendo sul Lodigiano, flussi che iniziano a preoccupare gli amministratori locali alle prese con risposte governative ancora emergenziali e con sempre maggiori responsabilità (è di pochi giorni fa l’appello del vicesindaco di Ospedaletto, piccolo borgo in cui sono accolti 70 migranti, a un tavolo di confronto).
«Il Comune di Castelnuovo fu il promotore, insieme alle istituzioni del territorio, della prima accoglienza a gestione pubblica nella Provincia di Lodi - racconta Schiavi -, la gestione è sempre stata affidata al Consorzio dei servizi alla persona del Lodigiano che ha maturato in questi anni un’importante esperienza nell’accoglienza dei migranti, esperienza che è stata poi utilizzata in occasione della crisi in Afghanistan e successivamente per l’accoglienza di famiglie ucraine in fuga dalla guerra».
«La questione accoglienza non può più essere considerata un’emergenza, è una situazione strutturale e io credo che le competenze acquisite con l’esperienza della casa cantoniera siano un patrimonio importante per garantire l’integrazione e l’inclusione», osserva Schiavi. Alcuni degli ex ospiti del centro castelnovese oggi lavorano e sono andati a vivere in affitto, sviluppando percorsi di vita autonomi.
«La casa cantoniera inoltre non è mai stata qualcosa di estraneo, ha sempre interagito con la comunità, nelle iniziative pubbliche, per far conoscere il territorio e far sentire queste persone parte di esso», conclude.
Ma rispetto a 6 anni fa, qual è la situazione? Dati alla mano (cruscotto statistico giornaliero), da gennaio a dicembre 2017 l’Italia ha registrato 119.310 sbarchi (26.500 sono stati accolti in Lombardia); da gennaio ad agosto 2023, si contano già 113.483 sbarchi (contro i 55.785 dello stesso periodo del 2022).
Sul «Cittadino» in edicola oggi, lunedì 4 settembre, l’approfondimento di Sara Gambarini
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