A Santo Stefano Lodigiano 3 famiglie su 4 non pagavano la tassa rifiuti

La Corte dei conti striglia le amministrazioni comunali degli scorsi anni, manca persino il servizio di polizia locale

L’annus horribilis era stato senza ombra di dubbio il 2020, quando il comune di Santo Stefano aveva riscosso appena il 10,15 per cento della Tari. Ma l’esame dei conteggi finalizzati al calcolo del Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità) eseguito dalla Corte dei conti, ha consentito di constatare come nell’ultimo quinquennio la capacità di riscossione media della “tassa rifiuti” in paese sia stata di circa il 22 per cento. Il Comune di Santo Stefano, dal canto suo, nel corso dell’istruttoria, ha fatto sapere alla Corte di aver esternalizzato l’attività di riscossione in data 31 gennaio 2023, proprio per velocizzare le procedure e abbattere i residui attivi, riuscendo a riscuotere per il 2017 e il 2018 la somma di 28.353,79 euro. E proceduto con i solleciti nei confronti dei cittadini “morosi” del 2019, ottenendo un’entrata di altri 7.284 euro. Osservazioni che non hanno comunque convinto la Corte dei conti, massimo organo di garanzia dei conti pubblici, che dopo aver passato al setaccio i rendiconti degli esercizi finanziari dal 2019 al 2022 di Santo Stefano bacchetta l’amministrazione. Chiedendo di adottare fin da subito delle misure per migliorare la capacità di riscossione delle entrate, e in particolare della Tari. Ma non solo. Quello dei tributi non riscossi, infatti, non è l’unico rilievo messo però nero su bianco nella delibera della Corte dei conti. Che chiede tra l’altro al Comune di “attivarsi senza indugio” per garantire il presidio della polizia locale, valutando nel caso una gestione associata, più una serie di altri “appunti” di natura tecnica in merito, per esempio, alla “cassa vincolata”.

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