CASTIGLIONE General Ricambi, nubi nere su cinquanta lavoratori

C’è ancora attesa per l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. Intanto non sono arrivati gli stipendi di luglio

I lavoratori di General Ricambi di Castiglione d’Adda riprendono da dove si erano lasciati prima delle ferie: è ancora attesa per l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 50 lavoratori su 94 e per le disposizioni del tribunale sulla possibilità di accedere a un Concordato in continuità. Soprattutto però non sono ancora arrivati i pagamenti dello stipendio di luglio, e ci sono crescenti timori per l’erogazione del trattamento di fine rapporto a chi ha trovato altre soluzioni lavorative e vorrebbe lasciare l’azienda. A luglio General Ricambi aveva annunciato una profonda ristrutturazione aziendale che passava dalla cessione di un ramo d’azienda a una società imparentata per avviarsi nel mercato della componentistica auto di nuova generazione elettrica, con il tentativo di proseguire l’attività di manutenzione per il mercato auto tradizionale, servito fino a oggi. Nel duplice passaggio, 19 lavoratori sono destinati alla nuova società, 25 a garantire le lavorazioni tradizionali. Per 50 dipendenti, invece, il destino è quello dell’uscita dall’azienda. La proprietà si è resa disponibile a valutare l’applicazione di cassa integrazione straordinaria e mettere sul piatto una buonuscita, ma finora non ci sono stati passi in avanti, e anche la stessa procedura di licenziamento collettivo, già annunciata, a ieri non risultava formalmente attivata. Tutto il piano avrebbe subito un rallentamento per via di agosto con lo smaltimento delle ferie e per l’attesa rispetto alla possibilità di aderire alla forma del Concordato in continuità per mettere in sicurezza il proseguo dell’attività produttiva. Per i lavoratori però il problema è un altro, perché dopo la mensilità di giugno erogata in ritardo, ora quella di luglio non risulta essere stata ancora corrisposta. E alcuni lavoratori che vorrebbero lasciare l’azienda temono la mancanza delle risorse necessarie a liquidare il trattamento di fine rapporto. «Abbiamo chiesto e siamo in attesa di un incontro con l’azienda proprio per discutere di tutti questi aspetti, dal pagamento dei salari alle rassicurazioni sull’erogazione del Tfr - spiega Giuseppe Rossi, segretario della Fim Cisl -. L’azienda deve dare segnali concreti di voler proseguire nel piano senza penalizzare i lavoratori più di quanto già sia prevedibile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA