Furti e dispetti al cimitero di Codogno sulla tomba di un giovane

La denuncia La mamma chiede più rispetto per il dolore

«Sono piccoli dispetti che però feriscono. Mi colpiscono dove sono più vulnerabile: nella sofferenza causata dalla mancanza di mio figlio». Roberta Roarselli commenta così quanto accade da alcuni mesi alla tomba del figlio Andrea, mancato a gennaio 2022 a soli 33 anni, che si trova nel cimitero di Codogno. «Ci hanno trafugato la statua di un angelo - spiega la donna, conosciuta in città anche perché attiva con Forza Italia -. Il dispiacere non è per il valore dell’oggetto ma perché lo aveva messo mia mamma sulla tomba di famiglia dove riposava mio padre e adesso anche Andrea. Poi hanno rovinato il porta foto di mio figlio, che per fortuna non si è rotto perché di cristallo temperato. Infine, come successo lunedì, capita che troviamo spostati dei coniglietti di ceramica che avevamo messo a Pasqua. Io penso siano dispetti a noi, non a mio padre o mio figlio perché vorrebbe dire avere la mente malata». Roarselli non vuole dover accettare questi gesti solo perché succedono in tanti cimiteri e precisa: «non penso che sia colpa di chi custodisce il cimitero o dell’amministrazione, non si tratta di una carenza di vigilanza o custodia, è proprio semplice cattiveria. Cerchiamo di accettare il dolore, di fare dei percorsi per cercare a volte di assopirlo o di immergerci al suo interno. Uno di questi per noi è la tomba di nostro figlio; lì riposa Andrea e noi, anche con piccoli oggetti, cerchiamo di ricordarlo e di “fargli vivere” un pochino della nostra contemporaneità: le feste religiose, le ricorrenze». I dispetti provocano «indignazione e sofferenza; è una cosa vigliacca, che mi va a toccare proprio dove sono più vulnerabile. Cosa si può ricavare da gesti del genere? Penso che la soddisfazione sia proprio misera».

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