La crisi delle auto italiane e occidentali inizia a pesare sul lavoro nella Bassa

GLOBALIZZAZIONE Più di cento lavoratori in cassa tra Codogno, Castiglione e Guardamiglio. In provincia il settore vale oltre mille posti

Codogno

Un centinaio di persone in cassa integrazione in due aziende della Bassa, alla General Ricambi di Castiglione e alla Cabloprim di Guardamiglio, 19 lavoratori somministrati non confermati alla Mta di Codogno, calo delle lavorazioni diffuso già da qualche tempo, con Italtergi di Codogno che prima dell’estate aveva chiesto, ma poi non attivato, una cassa integrazione. Tra transizione all’elettrico e mercato stagnante, il settore automotive lodigiano risente delle difficoltà a livello globale, che si manifestano nel modo più plastico e drammatico possibile nell’annuncio di Volkswagen di ridurre l’organico di 15mila dipendenti con la chiusura di almeno due impianti.

Alla General Ricambi la crisi era partita già nella tarda primavera con un piano complesso di rilancio: creazione di una nuova società in grado di puntare sul mercato dell’elettrico, con 19 dei 94 lavoratori in passaggio alla nuova azienda, e per gli altri ristrutturazione pesante, con 50 esuberi. La prima parte, la creazione della società e il passaggio di 19 dipendenti, è avvenuta, ma il 13 agosto General Ricambi, o quel che restava di essa, ha dovuto aprire una richiesta di concordato in continuità al Tribunale di Lodi (il curatore è stato indicato venerdì). Il risultato è stato di non aver pagato il salario di luglio (finito tra i debiti del concordato) e di essere in attesa di autorizzazione per il saldo di agosto. L’azienda ha però richiesto la settimana scorsa una cassa integrazione ordinaria di 13 settimane per tutti i dipendenti per far fronte almeno alla grave crisi di liquidità attuale. «Ci auguriamo che Inps arrivi presto alla definizione e alla liquidazione dei salari di cassa, in modo da dare qualche sostegno ai lavoratori – dice Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. Coinvolgeremo anche le istituzioni perché si contenga il disagio di questi lavoratori. Siamo molto preoccupati però per tutto il settore automotive».

E ce n’è da essere preoccupati. La settimana scorsa ha richiesto una procedura di cassa ordinaria per 12 settimane fino al 21 dicembre l’azienda Cabloprim di Guardamiglio, che si occupa di cablaggi elettrici, anche per l’automotive. L’ammortizzatore sociale interessa tutti i 29 lavoratori. Qualche ombra si allunga anche sulle aziende più forti e strutturate. Il colosso Mta di Codogno ha comunicato che non rinnoverà i contratti di 19 lavoratori somministrati in scadenza al 30 settembre: una scelta obbligata per garantire la piena continuità lavorativa dei dipendenti, ma un segnale preoccupante. E altrettanto preoccupante era stata la richiesta di cassa integrazione di Italtergi di Codogno presentata prima dell’estate, poi fortunatamente non attivata. «La panoramica non è per nulla incoraggiante e c’è grande preoccupazione per i prossimi mesi – dice Massimiliano Preti della Fiom Cgil -. C’è un problema di settore e ricadute molto negative su tutta la filiera, comprese le attività commerciali e di servizio. E questo è valido per l’Italia, in cui la produzione auto continua a diminuire a vantaggio di altri Paesi a basso costo di manodopera, e anche per il Lodigiano, che nel suo piccolo riflette analoghe dinamiche». Nel Lodigiano il segmento dell’automotive diretto conta poco meno di 1.000 dipendenti in 25 unità locali di produzione.

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