Maleo: anche il presidente dei macellai Mola dice no alla carne coltivata

Per la Coldiretti è una «deriva pericolosa per la salute»

Un tema che sta accendendo l’opinione pubblica nazionale, e che di riflesso pone interessanti interrogativi anche a livello locale, dove Marco Mola, presidente dell’Associazione macellai lodigiani, decano della professione, cerca di fare maggiore chiarezza. Ma con un punto fermo. «Noi la carne coltivata non la vogliamo - risponde senza troppi giri di parole Mola, rappresentante anche della Federcarni -. Non sappiamo cosa ci mettiamo in pancia, potrebbe essere un rischio per la salute. Non abbiamo imparato niente dal Covid?» si domanda retoricamente il macellaio di Bertonico, che prosegue: «È tutto un gioco basato sull’interesse delle multinazionali, che commettono un grosso errore. A mio avviso infatti, se anche il prodotto venisse commercializzato, non arriverebbe mai sulle nostre tavole, perché nessuno lo comprerebbe. La nostra è una nazione di buongustai, che sanno scegliere i migliori alimenti, come del resto la nostra carne lodigiana, vera prelibatezza, altro che quella coltivata». Il tema è d’attualità perché nei giorni scorsi infatti è stato approvato dalla Camera dei Deputati il disegno di legge che prevede per la produzione della cosiddetta “carne sintetica” multe da 10mila sino a 60mila euro, oppure sino al 10% del fatturato, e il divieto di utilizzare dei nomi legati per tradizione alle proteine animali.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza, che spiega come «la legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati del Made in Italy. Si tratta di un grande risultato ottenuto grazie alla nostra organizzazione che un anno fa aveva lanciato una petizione per chiedere di fermare una deriva pericolosa per l’agricoltura italiana e per la salute dei cittadini».

Anche dal territorio lodigiano erano arrivate in effetti tante attestazioni di fiducia nella battaglia condotta da Coldiretti, che nella nostra provincia aveva raccolto oltre tremila firme.

«Il provvedimento varato dal Parlamento italiano - continuano i responsabili della Coldiretti – conferma che sul fronte del cibo sano il nostro Paese è all’avanguardia e trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea, dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Del resto sette italiani su dieci sono decisamente contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio, dalla carne al latte fino al pesce, che gruppi di potere finanziario stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute».

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