San Rocco, fermata sul Suv del marito in zona di spaccio rifiuta il test della droga: arriva la condanna

LA SENTENZA La donna su consiglio dell’avvocato voleva un test diverso rispetto a quello proposto dai carabinieri ma per la Cassazione non si può scegliere. In auto c’era una pipetta artigianale per fumare stupefacenti

San Rocco al Porto

Fermata, assieme a un’amica, alla guida di una Bmw X5 intestata all’impresa del marito mentre si aggirava in una nota zona di spaccio di droga nell’area golenale del Basso Lodigiano, una donna oggi 32enne di Piacenza si era rifiutata di sottoporsi al test dell’esame delle urine che le era stato proposto dai carabinieri per accertare l’eventuale assunzione di stupefacenti, ma, su consiglio del proprio avvocato di fiducia, aveva chiesto il test salivare. Non avendolo la pattuglia a disposizione, la donna quindi non si era voluta fare accompagnare in ospedale ed era stata denunciata a piede libero per il comma 8 dell’articolo 187 del codice della strada, che sanzionava e tuttora sanziona, senza la necessità di ulteriori specificazioni, il rifiuto di sottoporsi a questi test. La donna era stata poi giudicata dal tribunale di Lodi e ammessa ai lavori di pubblica utilità che è tenuta a svolgere per poter espiare la pena con una modalità alternativa alla reclusione o a una pesante multa, ma nel frattempo ha presentato ricorso in appello e in Cassazione per tentare di fare valere le proprie ragioni. Invano, perché la condanna è stata ora confermata.

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